Patrimonio, il Comune non sa quanti sono i beni di proprietà

A Palazzo di Città non si conosce il numero esatto degli immobili dati in uso alle varie associazioni La sconcertante notizia è emersa nel corso di una seduta della commissione Trasparenza

L’ufficio Patrimonio del Comune di Salerno non sa quale è il patrimonio del suo stesso ente. È questa l’amara constatazione che è emersa al termine della commissione Trasparenza che si è tenuta ieri mattina e alla quale ha partecipato il funzionario Antonio Amato, responsabile Patrimonio. La riunione era stata indetta in via straordinaria proprio per chiarire alcuni aspetti legati alla vicenda dell’assegnazione degli spazi comunali ad associazioni. «Dalla discussione con il funzionario Amato – ha raccontato a margine della commissione il presidente Antonio Cammarota – è emersa una polemica inconsapevole. Il suo ufficio non sa effettivamente quale sia il patrimonio del Comune di Salerno. Io ho potuto vedere che lui lavora con attenzione e scrupolo, ma purtroppo è il meccanismo organizzativo che non funziona». Il dipendente ha ammesso che per cercare di ovviare al problema si sia addirittura pensato di pubblicare un bando di gara per commissionare a un’azienda esterna il lavoro di censimento del patrimonio immobiliare. Da quello che si è potuto appurare nel corso della commissione, si riesce ad avere contezza solo di una minima parte degli spazi di proprietà; per la maggior parte si tratta di quelli dai quali il Comune trae anche un seppur minimo profitto. Ma dall’elenco restano esclusi tutti quei locali che sono stati assegnati in comodato d’uso gratuito o quelli per i quali i locatari sono in ritardo con i pagamenti o quelli che sono totalmente vuoti. Ecco perché l’elenco con i 44 nomi di associazioni che pagano un fitto al Comune di Salerno, reso pubblico nei giorni scorsi, sarebbe praticamente nulla in confronto al reale ammontare del patrimonio comunale. «Il funzionario ci ha spiegato – ha continuato sempre Cammarota – che per avere un quadro più chiaro dobbiamo confrontarci con il settore delle Politiche sociali al quale fanno capo la maggior parte delle associazioni che operano sul territorio. Per questo ho convocato per questo mercoledì il dirigente del settore Rosario Caliulo. È chiaro che esiste un enorme buco nero ancora più grave se si pensa che il Comune paga una serie di fitti per i suoi uffici quando potrebbe utilizzare i suoi stessi spazi». Insomma, come si capisce chiaramente da quanto emerso nel corso della riunione di ieri mattina, il problema è innanzitutto di tipo organizzativo. Forse la colpa è anche dovuta al fatto che nell’esecutivo non è mai esistito un assessore che si dedicasse esclusivamente al Patrimonio (la delega oggi è del sindaco); fatto che avrebbe garantito un minimo di raccordo. Non a caso coloro che nel corso di questi anni hanno voluto fare una simile ricerca sono dovuti andare peregrinando tra vari uffici e assessorati, a cominciare dalle politiche sociali per continuare con gli affari generali, la cultura e lo sport. La questione, quindi, non è di semplice soluzione. Forse davvero ci sarà bisogno di esternalizzare questo tipo di compito se si vuole avere una contezza di tutti gli immobili di proprietà.

Angela Caso

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