l’operazione “sistema”

Pastina si difende: «Ho fatto solo del bene»

BATTIPAGLIA. «Nella mia vita ho fatto soltanto del bene, ho salvato tante persone e non capisco perché qualcuno mi accusi». Si è difeso Paolo Pastina, individuato dagli inquirenti come uno dei tre...

BATTIPAGLIA. «Nella mia vita ho fatto soltanto del bene, ho salvato tante persone e non capisco perché qualcuno mi accusi». Si è difeso Paolo Pastina, individuato dagli inquirenti come uno dei tre capi (con Pierpaolo Magliano e il “pentito” Cosimo Podeia) di un clan che aveva monopolizzato lo spaccio nella Piana del Sele. Da venerdì è nel carcere di Benevento, dove il gip Pietro Indinnimeo lo ha raggiunto ieri mattina per l’interrogatorio di garanzia. Assistitito dal difensore Raffaele Francese, Pastina ha deciso di difendersi punto su punto da tutte le contestazioni, compresa quella di aver costretto con la forza alcuni cittadini di Battipaglia a votare per il padre Orlando, eletto consigliere comunale nel 2009. Episodi che il giovane ha smentito, così come ha negato di aver mai trafficato con la droga. «Al contrario – ha detto al giudice – quando ho saputo di persone che la usavano, ho cercato di aiutarli a uscirne». Pastina ha quindi respinto la definizione di boss e circoscritto a un mero «rapporto di amicizia di lunga data» il legame con Podeia, che invece lo accusa. A negare ogni addebito sono stati anche Lucia Noschese e Paolo Miceli, mentre Magliano (assistito dall’avvocato orazio Tedesco) si è avvalso della facoltà di non rispondere. (c.d.m.)

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