Passa il nuovo bilancio ma è strappo con Arzano

Camera di commercio: Confindustria, Ance ed Assotutela disertano il consiglio Documento sui programmi economici: «Non in linea con le nostre aspettative»

Gli interventi economici della Camera di Commercio in favore delle imprese salernitane «non sono in linea con le aspettative di queste ultime, impegnate sul difficile versante della ripartenza attraverso un più radicato posizionamento sui mercati esteri, mediante una rimodulazione del proprio profilo creditizio; con un notevole impegno nel ridisegno dell’identità produttiva della nostra provincia che non può non tenere conto della forte attrattività turistica». L’area capeggiata da Mauro Maccauro, presidente di Confindustria Salerno, contro la gestione della Camera di Commercio targata Guido Arzano si sta ingrossando e, al netto delle dichiarazioni politicamente corrette e dei tirati sorrisi di circostanza, da via Allende a via Roma, passando per via Madonna di Fatima, l’aria è tesa. Un malcontento che ieri si è concretizzato con l’assenza al Consiglio camerale di Ance, Confindustria e Assotutela che hanno espresso, non votando il bilancio di previsione 2015 dell’ente camerale, tutto il proprio dissenso in merito all’amministrazione delle finanze che da Arzano viene indirizzata e dagli altri soci approvata. L’assenza di Antonio Lombardi, Mauro Maccauro e Agostino Gallozzi non ha però cambiato le carte in tavola: il bilancio è stato ugualmente approvato ma in Consiglio camerale non c’era traccia del documento (che certifica la situazione) che ieri le tre associazioni hanno divulgato spiegando le motivazioni dell’assenza e stigmatizzando quanto l’attuale governance sta facendo soprattutto in merito al sostegno alle imprese.

Lombardi, Maccauro e Gallozzi, hanno fatto presente la «necessità di intervenire per riequilibrare le dinamiche di investimento sostanzialmente in tre ambiti ritenuti prioritari che sono internazionalizzazione e marketing territoriale; sviluppo del sistema turistico e del territorio e credito». «È indispensabile procedere – si legge nel documento – con un contenimento dei costi, una rifocalizzazione delle funzioni e una semplificazione della governance». Chiari gli obiettivi che si chiede di raggiungere: attività camerali incentrate su ruoli strettamente istituzionali; un sistema più efficiente e che costi meno; gratuità degli incarichi camerali e nelle aziende collegate; maggiore tutela della rappresentatività delle associazioni di categoria attraverso la revisione del parametro del valore aggiunto, prendendo come criterio di riferimento l’apporto alla formazione del Pil del settore di appartenenza e, infine, uniformità dei principi nell’individuazione dei “pesi” associativi per la composizione degli organi camerali.

Carmen Incisivo

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