Boom di turisti a Salerno

SALERNO

Pasquetta da record, ma è flop dei trasporti

Bed & breakfast pieni all’ottanta per cento. Tantissimi i turisti stranieri. Promosso il centro storico. Bocciate la cartellonistica e la lingua

SALERNO. Alle 10 in via Mercanti riecheggia già il rumore dei trolley. Nasi all’insù, a scoprire vicoli e a cercare l’indirizzo giusto. «Quest’anno è andata molto bene - spiega Adriano De Falco di Aseas, il circuito che riunisce una trentina di bed & breakfast e case vacanze - Il tasso di occupazione ha superato l’ottanta per cento, con una media di due pernottamenti». Ad aver scelto Salerno per il week end pasquale sono stati tantissimi italiani provenienti dalla Puglia, dal Lazio, dalla Toscana, dal Veneto e dalla Lombardia e altrettanti stranieri: «Spagnoli in particolare, ma anche francesi, inglesi, americani e argentini che normalmente viaggiano in questo periodo dell’anno».
È mezzogiorno passato quando il sole fa capolino tra le nuvole e il corso e il lungomare iniziano a riempirsi. Centinaia le persone che hanno scelto di trascorrere la Pasquetta sulla spiaggia di Santa Teresa, improvvisando pic nic tra panchine e gradoni. «Si respira un clima di festa - raccontano Giusy Lotti e Marcella Loreti, due amiche laziali che hanno deciso di trascorrere la Pasqua a Salerno - Volevamo andare al ristorante, poi abbiamo visto che qui c’era musica e tanti giovani e abbiamo preferito comprare del cibo da asporto e goderci la bella giornata all’aperto». Ma c’è anche chi ne ha approfittato per visitare chiese e monumenti: «Bellissima San Giorgio - dicono entusiasti Patrick e Emily, due turisti inglesi che hanno fatto tappa in città prima di dirigersi in Sicilia - E anche la Cattedrale è un vero spettacolo». Unico neo, sottolineano, l’assenza di cartellonistica e la scarsa conoscenza della lingua inglese da parte dei salernitani: «Volevamo raggiungere il castello di Arechi a piedi e ci siamo persi - spiegano - Non abbiamo trovato indicazioni e tutte le persone a cui ci siamo rivolti hanno cercato di comunicare a gesti». A puntare il dito contro una cartellonistica poco chiara, anche le francesi Claire e Anais: «Trovare i giardini della Minerva non è stato facile. Abbiamo chiesto indicazioni a un barista, ma non sapeva neppure cosa fossero!». In compenso, in vicolo Ferrante Sanseverino, nella sola giornata di ieri sono riusciti ad arrivare in quattrocento: «Siamo molto soddisfatti - conferma il patròn dell’orto botanico Luciano Mauro - La domenica di Pasqua non è andata benissimo a causa del maltempo. Le forti piogge hanno scoraggiato diverse persone che pure ci avevano contattati. Questa volta, invece, abbiamo fatto il pienone, accogliendo tantissime comitive di turisti, in particolare italiani». I più esigenti, a quanto pare: «Eravamo intenzionati a visitare il castello - sottolineano i veneti Carlo e Rossella Petruccio - Il titolare del nostro b&b ci ha detto che i mezzi pubblici latitano e che nei festivi è anche peggio. Abbiamo provato a fare un tratto a piedi, ma faceva troppo caldo. È un vero peccato che non ci siano dei validi collegamenti». Sulla stessa lunghezza d’onda una comitiva di giovanissime baresi: «Alloggiamo a Torrione - racconta Manuela Acampora - È da venerdì sera che abbiamo rinunciato ad aspettare i mezzi pubblici. I tempi di attesa sono troppo lunghi e così abbiamo preferito raggiungere il centro a piedi. Sabato sera abbiamo chiamato un taxi, ma bisognava attendere più di mezz’ora». Un inconveniente capitato anche a una coppia di spagnoli che ha scelto di fare base a Pastena: «Aspettare venti minuti un taxi è assurdo. C’era tantissima gente in strada, forse nei giorni di festa bisognerebbe disporre di qualche mezzo in più».
Il flusso di turisti e visitatori è stato sostenuto per l’intera giornata: già alle 16 si sono registrati i primi incolonnamenti lungo via dei Principati e sul lungomare Trieste fino alla Carnale. Bar e ristoranti sono stati presi d’assalto, in particolare quelli di via Roma, dove i primi pranzi sono stati serviti già alle 12.30. Aperti anche diversi negozi, ma a quanto pare, non è stata una Pasquetta di shopping: «Abbiamo deciso di non chiudere, ma non so se ne è valsa la pena - spiega una artigiana di via Mercanti - Ogni tanto qualcuno si è affacciato incuriosito, però non abbiamo venduto quasi nulla. Come capita durante il periodo di Luci d’artista, sono giornate perfette per chi lavora nel settore food, ma al netto di bar, ristoranti, rosticcerie e pasticcerie, noi altri non beneficiamo delle presenze turistiche più di tanto».
Un dato, comunque, è certo: l’effetto Luci d’artista esiste. «Siamo venuti a Salerno tre anni fa durante le vacanze di Natale e siamo rimasti piacevolmente impressionati dalle installazioni luminose e dal clima di festa che si respirava in questa città. Per questo ci eravamo ripromessi di tornare in primavera, per fare una visita più accurata del centro storico - raccontano Mattia e Debora, due giovani calabresi - Così abbiamo deciso di trascorrere qui il week end di Pasqua e non ci siamo pentiti. Salerno è una città molto viva, si mangia bene, si beve meglio, la sera ci sono tanti locali pieni di ragazzi e i vicoli sono molto suggestivi. Quello che non ci è piaciuto nè tre anni fa, nè adesso, è il sistema di trasporti. Per andare a Napoli di domenica c’è solo il treno, i bus non passano quasi mai, non ci sono buoni collegamenti con la costiera amalfitana perché i traghetti rientrano troppo presto e questo non ti consente di goderti anche la serata in riva al mare».
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