Pasqua ai tempi della crisi Anche la tavola ne risente

Calano i consumi dei prodotti tipici della festività. Reggono le uova di cioccolato Ma l’agnellone sostituisce il capretto e la pastiera si preferisce comprarla

Ormai anche Pasqua - dopo il Natale che lo è per antonomasia - è diventata la festa dei bambini. Perchè, in tempo di vera crisi, l’unica cosa che i salernitani non rinunciano a comprare è il classico uovo di cioccolato, atteso e tanto apprezzato soprattutto dai più piccoli, anche se non solo. Calano, in queste festività pasquali, i consumi di prodotti che fino a qualche tempo fa non potevano mancare sulla tavola del pranzo di Pasqua, pena feroci critiche da parte di suocere e parenti vari.

È il caso della ricotta, ingrediente essenziale delle meravigliose pastiere che, quest’anno, secondo quanto riferiscono i rivenditori, ha visto un clamoroso calo nelle vendite, addirittura pari al cinquanta per cento. Gli allevatori, però, almeno secondo quanto riportato da Coldiretti, non sono così disfattisti e affermano che i prodotti caseari «hanno retto».

I negozi di alimentari al dettaglio, però, parlano di una Pasqua “lacrime e sangue” - e ad affermarlo è il presidente di Confesercenti Salerno, Angelo Marinari - in cui finanche il consumo di uova, necessarie per torte e pizze tradizionali, è andato scemando. Bypassato anche il piatto d’eccezione del pranzo pasquale, ossia il capretto, e non in nome di un ritrovato amore per gli animali bensì per il suo prezzo (tra i 20 e i 25 euro al chilo) diventato proibitivo per molti.

Al suo posto, infatti, è stato scelto l’agnellone, dal sapore più marcato e dalla carne meno tenera del primo ma molto più economico. Il suo prezzo, infatti, non supera i 10-12 euro al chilogrammo. Altro caposaldo che crolla è quello rappresentato dalla soppressata, regina di ogni pasquetta che si rispetti. Beh, anche lei ha dovuto soccombere in nome dell’austerity imposta da questi periodi di dieta forzata che non si addicono di certo a festività in cui il gusto l’ha sempre fatta da padrone.

I vegetariani saranno a loro agio nel sapere che il prodotto che ha maggiormente “tirato” in questa Pasqua 2013 è la verdura di stagione. I carciofi, quelli famosi di Paestum soprattutto, sono andati a ruba ma come anche tutti gli altri prodotti della terra, buonissimi ed economici al tempo stesso.

L’unico settore che sembra non abbia registrato grosse perdite è quello della pasticceria artigianale. In città pare, infatti, che alcuni laboratori abbiano dovuto assumere diverse unità lavorative in più pur di rispondere alle tante richieste dei salernitani in cerca di colombe e uova di cioccolato di produzione non industriale. Salvo questa dolce eccezione - che cozza, però, con la necessità di stringere la cinghia - l’aria che si è respirata in questi giorni nei negozi di vicinato della città è stata tutt’altro che festosa e allegra. Soldi da destinare a pranzi luculliani non ce ne sono più e ognuno fa quel che può per offrire ai propri commensali un desco dignitoso. Forse meno ricco degli altri anni ma pur sempre preparato con amore.

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