Partito il compostaggio Ma ora mancano i rifiuti

Primi conferimenti alla struttura gestita dalla “Ladurner” nella zona industriale Potrebbe lavorare 20mila tonnellate di immondizia: sos ai Comuni della Piana

Compost: parte l’impianto. Sei biocelle e almeno tre piazzali di raccolta. Poi i tritovagliatori che processano due volte i rifiuti per ottenere un compost da piazzare sul mercato dell’agricoltura. Questa, per sommi capi, la struttura che ha avviato i suoi lavori ieri nell’area ricavata accanto all’isola ecologica comunale. Gestore è Ladurner, società del nord Italia che ha formato anche gli operatori impiegati nel sito e provenienti dal Consorzio di Bacino Salerno 2.

Quanto salta all’occhio, però, è altro. Nello specifico si tratta dei numeri della lavorazione, al netto di quelli del primo giorno. Già, perché le circa 40 tonnellate di rifiuto processato ieri sono da considerarsi un ammontare straordinario che deriva, a quanto pare, da un vecchio accumulo di rifiuti stoccati nella vicina isola ecologica. Un surplus, dunque, che in regime normale va più che dimezzato. Sono, infatti, circa 10 le tonnellate giornaliere prodotte da Eboli, così come calcolate sulla base di quanto prelevato per le strade cittadine dalla Sarim, la società affidataria del servizio di raccolta differenziata ad Eboli.

Stando così le cose, l’impianto di compostaggio sarà chiamato a lavorare circa 3.800 tonnellate annue ebolitane e nulla più. Una quantità cui vanno aggiunte le poche conferite da un’azienda privata e le circa 200 tonnellate annue di verde “strutturante”, necessario – dicono i tecnici - a che il compost derivato mantenga una certa compattezza. Cifre, dunque, ben lontane dalle 20mila tonnellate di capacità di un impianto che, ad oggi, resta sotto utilizzato.

Solo l’adesione di altri Comuni alla piattaforma permetterebbe il raggiungimento della quota massima (15mila tonnellate di frazione organica e circa 5mila di verde da scarto). Una priorità sottolineata anche dall’assessorato all’Ambiente della Regione che, in una nota, chiedeva alle amministrazioni comunali ed ai sindaci di aderire alla struttura ebolitana per risparmiare sul conferimento che, altrimenti, continuerebbe ad avvenire con l’utilizzo di piattaforme extra regionali. E, a quanto pare, l’appello sembra aver smosso l’attenzione di città come Battipaglia, Pontecagnano, Bellizzi, E anche Mercato San Severino. Nell’attesa, però, che si trovi una forma di cooperazione condivisa anche dal punto di vista burocratico, l’impianto ebolitano è partito come annunciato. Pale in movimento, biofiltri riempiti di materiale legnoso e vagliatori in funzione per un processo che dura 90 giorni, tra vagliatura, stazionamento nelle biocelle e nei vari piazzali. Zero, per ora, le emissioni di odori in una zona situata in piena area industriale, a pochi metri dalla Ss 19.

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