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Partecipate e incarichi, il Comune risponde al Ministero

AGROPOLI. Presentate dal sindaco Franco Alfieri, le controdeduzioni alla verifica amministrativo- contabile compiuta al Comune dall'ispettore ministeriale Vito Tatò, dopo il mancato rispetto del...

AGROPOLI. Presentate dal sindaco Franco Alfieri, le controdeduzioni alla verifica amministrativo- contabile compiuta al Comune dall'ispettore ministeriale Vito Tatò, dopo il mancato rispetto del patto di stabilità nel 2009. «Punto su punto – afferma il sindaco – grazie a relazioni di tutti gli uffici comunali, sono state prodotte le controdeduzioni a quanto veniva contestato dall’ispettore. L’elaborazione del documento è stata particolarmente laboriosa in quanto, in alcuni casi, è stato necessario ripercorrere l’attività amministrativa a partire dal 2000-2001. Abbiamo sostenuto – spiega ancora Alfieri – la giusta interpretazione normativa e la piena legittimità alla base degli atti amministrativi oggetto dei rilievi. Le nostre controdeduzioni saranno ora oggetto del provvedimento definitivo da parte della Ragioneria generale dello Stato». «L’ispettore, tra l’altro, ha evidenziato grande collaborazione e trasparenza da parte degli uffici comunali; che, in tutti gli anni oggetto di ispezione, il Comune ha sempre rispettato il dettato normativo circa il contenimento della spesa di personale», conclude Alfieri.

Numerose sono state le deduzioni che l’ispettore Tatò ha inserito nella relazione, dove in particolare si sofferma sui «cattivi risultati in termini economici delle società partecipate che rischiano di riflettersi sull’ente». L’acquisizione del castello medievale, nel 2010, secondo Tatò «ha avuto effetti elusivi in relazione agli obblighi imposti nel 2008; mentre nel 2010 il patto di stabilità è stato rispettato solo per la mancata contabilizzazione degli oneri derivanti dall’affidamento di servizi alla Agropoli Servizi». L’ispettore critica, poi, l’affidamento reiterato di incarichi tecnici effettuati per via diretta, senza compiere la procedura comparativa prevista per legge. «In un caso specifico due incarichi su tre – dice Tatò – sono stati affidati alla stessa persona a distanza di 21 giorni l’uno dall’altro».(a.p.)