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Parco Schwerte resta privo d’illuminazione È protesta

Da circa una settimana, i residenti delle zone limitrofe al parco Schwerte di via Veneto lamentano la mancanza totale di illuminazione all’interno dell’area verde nelle ore serali. «Da parte delle...

Da circa una settimana, i residenti delle zone limitrofe al parco Schwerte di via Veneto lamentano la mancanza totale di illuminazione all’interno dell’area verde nelle ore serali. «Da parte delle istituzioni – afferma in un comunicato il candidato sindaco e capofila dell’associazione Cava Città Unita, Marco Senatore – nulla si sta facendo per porre rimedio all’annosa situazione che allarma tanti cittadini che abitano nei dintorni. La totale assenza di illuminazione va ad aggravare una situazione esistente già di per sé allarmante, ossia il proliferare di furti e rapine ad una crescita esponenziale che mai si era vista nel comune. Gli animi sono, giustamente, inquieti – aggiunge – in quanto si teme che, nelle tenebre della sera e con l’assenza di agenti a perlustrare la zona, il fenomeno delinquenziale possa maggiormente proliferare».

Da quando un gruppo di giovani ha preso in gestione lo spazio adibito a somministrazione di alimenti e bevande, prendendosi cura anche della pulizia, la villa ha assunto, in verità, un nuovo look. Il parco Schwerte è frequentato da pesone di tutte le età e le fasce della popolazione, che ne fruisce in maniera diversa: jogging, passeggiate con animali domestici, pausa ludica con i bambini. «È chiaro – sostiene Marco Senatore – che tutto ciò non è più praticabile poiché se già intorno al crepuscolo ci si trova immersi nell’oscurità ed alla mercè di malviventi. Non bisogna andare molto indietro con la memoria per ricordare di aggressioni subite da cittadini nel parco ad opera di bulli o rapinatori». L’associazione Cava Città Unità chiede quindi azioni urgenti per sopperire definitivamente al disservizio. «Noi stiamo lavorando alacremente sul problema della sicurezza – conclude Senatore – mettendo in campo tutte le esperienze accumulate».

Annalaura Ferrara

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