L'inchiesta

Parco Mercatello: a Salerno transennata la “foglia” e le fontane sono a secco

A rischio crollo anche l’ultimo simbolo della più grande area verde cittadina

SALERNO. Se qualcuno vi dice che il parco del Mercatello è messo male, è sporco e vi regna il degrado, non credetegli perché non è così. Se però vi aspettate l’ambiente idilliaco, da Arcadia salernitana, che viene descritto sul sito del Comune, “cassate” anche quella immagine perché altrimenti restereste molto delusi una volta messo piede nel grande polmone verde della zona orientale della città. Ci siamo stati ieri mattina al parco del Mercatello e, nonostante qualche fontanella guasta e qualche transenna di troppo, la passeggiata non è stata affatto sgradevole.

La “foglia” negata. Certo è triste, per chi ha visto il parco nascere ormai nel lontano 1998 e vi ha passato tante serate, vedere uno dei suoi simboli – la “foglia” in legno che fino a qualche anno fa galleggiava sul laghetto ricreato nei pressi dell’entrata di via Limongelli – inaccessibile, la sua rampa ormai diventata poco meno di una scala per via delle tavole disconnesse, e la lunga vasca che un tempo ospitava giochi di acqua e luce ridotta a contenitore vuoto dove troppo spesso si rintana l’inciviltà della gente. Queste le “spine” più evidenti del grande parco inaugurato ormai quasi vent’anni fa dall’allora presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, ma non certo le sole.

La pulizia. Il punto più critico di tutti i 10 ettari di verde che toccano ben tre dei più popolosi rioni della città – Quartiere Europa, Mariconda e Mercatello appunto – è individuabile nell’ormai unica zona acquatica dell’area: sulle sponde di quel fiumiciattolo che ha dato il nome prima a una zona di Salerno e poi al parco stesso, il rio Mercatello, non è difficile intravedere rifiuti sparsi, buste di patatine, lattine e qualche bottiglia di birra. Il tutto è nascosto nella fitta vegetazione che probabilmente non vede l’intervento dei giardinieri da tempo e che, vista anche l’acqua stagnante in più punti, non fa altro che attirare insetti e chissà cos’altro.

La zona ristoro. All’inizio era un piccolo chalet nel verde, grazioso e sobrio. Un bar, in un parco così grande, era necessario e così alla cooperativa “Alba Nova” è stato dato in concessione l’unico chiosco realizzato. Ora, accanto a quella casetta circolare in legno, è apparsa una tensostruttura – a servizio dei clienti del bar – montata sull’erba che cozza non poco con l’ambiente circostante. Ma tant’è. A pochi passi ha poi guadagnato un posto al sole fisso una pizzeria mobile che, accanto al camioncino, ha montato gazebo con tanto di panche e tavolini.

Fontanelle e pattumiere. Delle prime se ne vedono diverse nel grosso parco popolato soprattutto da famiglie e sportivi ma solo due sono funzionanti, e per di più si tratta di quelle più vicine al bar. Le altre sono ridotte a piccoli totem arrugginiti che raccolgono foglie secche e sporcizia. Le seconde abbondano in tutti i viali principali dell’area verde ma alcune risultano rotte ma non per questo rimosse e cambiate con altre nuove. Il cestello in alluminio smaltato che contiene i rifiuti è placidamente adagiato a terra accanto alla struttura in ferro che dovrebbe sorreggerlo e, a detta di alcuni frequentatori assidui del parco, la situazione risulta invariata da parecchio.

I giochi di acqua e luce. Sul sito del Comune sono ancora menzionati “il laghetto artificiale e il canale” e vengono descritti come “fra i luoghi più caratteristici del parco”. Bene, non esistono più. Al posto del primo, nel 2011 è stato realizzato un prato con relativo impianto di irrigazione. Cinque anni fa venne rifatto anche tutto il circuito idraulico e il sistema dei getti d’acqua, compreso l’impianto di illuminazione artistica degli stessi. Il canale artificiale venne “rivisitato” con la realizzazione di due tratti pedonali attrezzati con getti d’acqua a pavimento illuminati a led. Anche le passerelle vennero rifatte. Della “fontana musicale”, collocata alla fine del canale artificiale, tra il palcoscenico e il pontile in legno, dotata di diffusori i cui getti sono sequenziali alla musica, rimane ben poco. E quel poco che è rimasto è stato debitamente imbrattato con scritte spray inneggianti la rivoluzione da qualcuno che forse dovrebbe prima studiare l’educazione civica e poi la storia.

L’area di sgambamento. È l’ultima arrivata al parco, la si può trovare sulla sinistra non appena si varca l’ingresso di via Limongelli. È visibile e indicata da diversi cartelli. Molti padroni preferiscono però ignorare le regole e far correre i propri amici a quattro zampe sui prati con il beneplacito della vigilanza.

Un bel contenitore vuoto. L’ultima considerazione da fare riguarda l’uso che il Comune fa dello spazio. In molte altre città, europee e non, i parchi cittadini, almeno d’estate, diventano palcoscenici naturali di concerti, cinema all’aperto, festival e spettacoli. Al parco del Mercatello, oltre a una corsetta serale, null’altro si può fare dopo il tramonto.