la denuncia

«Parco Fienga rovinato dal Patto»

Il collettivo “Le voci del Castello” accusa la gestione dell’area

«Il Patto dell’Agro è stato in tutti questi anni molto distante dalle esigenze della città e dell’Agro. Ha prodotto pochi progetti, e meno ne ha ultimati, con enorme dispendio di risorse economiche, non coinvolgendo né la popolazione, né le varie associazioni del territorio».

Parlano così i ragazzi del collettivo “Le Voci del Castello” a pochi giorni dall’annuncio di un vicino scioglimento della “spa” che negli ultimi anni ha avuto la propria sede all’interno del Castello Fienga, un bene a cui i ragazzi del collettivo socio-culturale tengono particolarmente. Il loro giudizio sul probabile scioglimento del Patto Territoriale, infatti, assume un valore positivo proprio per la riappropriazione di quegli spazi per cui da oltre due anni si battono. Tutta la zona che va da largo Sant’Antonio passando per la collina di Sant’Andrea, il parco del Castello Fienga fino al quartiere di Pietraccetta, è ormai il tratto di territorio nocerino su cui si concentrano iniziative e progetti de “Le Voci del Castello”.

«Da mesi protestiamo contro l’abbandono del parco del Castello – continuano i ragazzi del collettivo – negli ultimi mesi è stato addirittura inibito l’accesso nei fine settimana, impedendo così di usufruire del parco, unico polmone verde della città, e del Castello stesso, testimonianza storica importantissima per Nocera e per l’intero Agro ».

Una situazione, quest’ultima, ampiamente denunciata anche dai Giovani Democratici del segretario Peppe Gambardella. La mancanza di fondi sarebbe la causa che ha portato alla chiusura al pubblico del parco e del Castello. Un’assenza di copertura finanziaria che avrebbe portato anche a spostare le ultime riunioni del Patto, vista la mancata erogazione di energia elettrica derivante, probabilmente, dal mancato pagamento della bolletta. «Il recupero e la valorizzazione, attraverso il riutilizzo, di queste aree rappresenta una eccezionale occasione per “fare economia” – aggiungono i ragazzi - la nostra proposta è quella di gestire le aree del parco riconducendoli, quasi, alla loro natura originaria. Per quanto riguarda il Castello, invece, la nostra idea è quella di elevarlo a sito archeologico, promuovendo, con la collaborazione del professor Paolo Peduto, della facoltà di storia medioevale dell’università di Salerno, ricerche su tutto il sito».

Aldo Padovano

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