IL CASO

Parco del Mercatello, il nobile decaduto

Era il polmone verde della zona orientale, ora langue nel degrado

SALERNO - Con l’arrivo delle bancarelle del Crocifisso si tenta di rimettere in sesto anche il Parco del Mercatello; ma non basta tagliare l’erba e spazzare i viali perché il polmone verde della zona Est della città ritrovi la sua dignità e originalità. Gli interventi di manutenzione ordinaria sono una sorta di palliativo, ma la sensazione che avverte chi entra è di incuria e sciatteria generale. I viali sono puliti superficialmente: infatti le incrostazioni della terra sembrano essere diventate un tutt’uno con il resto della pavimentazione. Il ponticello che sovrasta le vasche vuote è tristemente chiuso. «Il parco è abbandonato a sé stesso», dice un anziano appoggiato proprio alla sbarra che impedisce l’accesso al ponte. «Gli alberi andrebbero potati e c’è incuria ovunque. Nulla a che fare con i primi anni dall’inaugurazione. C’erano controlli - ricorda - sia dei vigili che delle associazioni di cittadini e tutto funzionava davvero. Ora non si ricorda più nessuno del parco...». Il simbolo di questo incedere nel degrado sono le tre fontane e le vasche che ricordano giochi e specchi d’acqua che non esistono più. Il pergolato è crollato e la fontana con le maioliche blu è circondata da foglie secche. Zampilli spenti e graffiti sulle colonne e nelle vasche. Cambia la cromia, si passa al verde ma è secca anche la fontana verde, quasi a ridosso di uno degli ingressi del Parco. Sulle panchine qualcuno fa stretching e forse nemmeno ricorda più quando ha smesso di sgorgare l’acqua. Nelle vasche ci sono mandarini e qualche bottiglietta, oltre che le immancabili scritte nere fatte con le bombolette.

Eleonora Tedesco