Parco del Cilento, l’Udc dopo Troiano

In vantaggio Matera, cugino di Cobellis e uomo del ministro Galletti. Il Pd diviso tra Pellegrino e Alfieri. L’ira di Valiante

VALLO DELLA LUCANIA. Amilcare Troiano rimane alla guida del Parco Cilento, Vallo di Diano e Alburni. Ulteriori sei mesi di proroga che il ministro Galletti e il presidente della Regione, De Luca, si sono concessi per la mancanza di convergenza sul nome del successore. Secondo indiscrezioni, tra gli accreditati ci sarebbero Corrado Matera e Tommaso Pellegrino. Il primo, sponsorizzato da Luigi Cobellis, ha ricoperto il ruolo di vicepresidente dell’Ente per oltre dieci anni. E potrebbe essere agevolato in quanto appartenente all’Udc, stesso partito del ministro Galletti, e cugino di Cobellis, ex consigliere regionale in quota Udc. A sponsorizzare Pellegrino, invece, l’onorevole Sabrina Capozzolo, della segreteria nazionale Pd.

Due nomi che, pare, non piacciano all’onorevole Simone Valiante, del Pd, e neppure al presidente della Regione, Vincenzo De Luca, che vorrebbe far sedere sulla poltrona di presidente Franco Alfieri.

Un “risarcimento” che il governatore offre al sindaco di Agropoli, per il passo indietro deciso dal politico cilentano durante le scorse elezioni regionali. Ma l’avvocato di Torchiara ha già declinato l’invito: si è detto infatti non interessato alla carica, e resta in trepidante attesa per l’assessorato promesso in campagna elettorale.

Nel mezzo delle trattative politici c’è anche il nome di Vincenzo Pepe, presidente nazionale di FareAmbiente. Pepe, alla notizia di questa ulteriore proroga decisa da Regione e Ministero, esprime il suo profondo dissenso: «il territorio cilentano viene ancora una volta martorizzato. Sono molto amareggiato – sottolinea - per questo schiaffo ulteriore a questo territorio, che invece avrebbe bisogno di sviluppo, merita strade ed un parco forte, non un ente inesistente ed inutile. È vergognoso – rincara Pepe - che ci sia stato un ulteriore rinnovo del commissariamento, il Cilento non può più aspettare, come non possono più attendere la desertificazione, la disoccupazione, l’isolamento dei comuni».

«A me non interessa il nome – evidenzia Pepe - è importante che avvenga finalmente questa nomina affinché il parco si rialzi. Stiamo parlando di un parco che oggi ha raggiunto il punto più basso della sua storia. È ora di dire basta – lamenta Pepe - dobbiamo alzare la voce per dire che parco, commissario e staff si dovrebbero solo vergognare. Anche lo stesso direttore del parco, De Vita, vedendo la situazione, dovrebbe prendere atto che a questo punto è meglio chiudere l’ente che dirige perché inutile». Pepe si dice disponibile a prendere il posto di Troiano, «solo se ci fosse un’ampia convergenza politica – chiosa – potrei scendere in campo ed accettare l’incarico».

A fargli eco è Stefano Pisani, sindaco di Pollica che commenta: «siamo ormai alla frutta, c’è forte preoccupazione per i territori del Parco perché se non c’è governance al parco siamo allo sfascio totale. Tutta l’azione propulsiva del Cilento è in mano a qualche burocrate, devo dire anche di scarsa qualità. Così non si sopravvive. Ci sono dei nodi politici da affrontare – precisa - tipo la problematica dell’imprenditore agricolo a titolo principale dove il parco latita; va fatto un ragionamento complessivo di come valorizzare il territorio. Non c’è nessuno che lavora su alcunché e questo è davvero grave».

«La colpa è della politica – evidenzia - che non riesce a scegliere una governance sia a livello locale che nazionale. Forse la soluzione – conclude il sindaco di Pollica - sarebbe quella di spogliarci del vestito delle parti e pensare semplicemente al territorio, anche senza una connotazione politica. Si dovrebbe semplicemente cercare di trovare la migliore squadra per far risorgere una struttura qual è il Parco del Cilento, che è morta».

©RIPRODUZIONE RISERVATA