il caso

Parcheggio interrato in piazza Cavour a Salerno, stop al progetto

Era stato caldeggiato dai residenti ma osteggiato dagli ambientalisti. Ora un provvedimento del Comune annulla l'aggiudica dei lavori

SALERNO. Caldeggiato dai residenti e osteggiato dagli ambientalisti, il progetto di un parcheggio interrato a piazza Cavour va adesso in soffitta, sepolto dalla pietra tombale di un provvedimento del Comune che annulla l’aggiudica dei lavori e definisce “insuperabili” le criticità fiscali riscontrate nell’unica cordata di imprenditori che aveva partecipato alla gara: l’associazione d’imprese formata dalla srl di Pietro Andreozzi con le costruzioni di Vittorio Forte e la Fenice immobiliare. Dopo quattro anni di polemiche, conferenze di servizi, bracci di ferro con la Soprintendenza e contenziosi dinanzi alla giustizia amministrativa, il piano da 236 posti auto e 90 box pertinenziali evapora, proprio quando l’iter pareva concluso e si contava di aprire il cantiere in autunno.

La determina. L’atto che sancisce lo stop è una determinazione firmata dal dirigente Alberto Di Lorenzo, che prende atto dei rilievi degli uffici e conclude un procedimento di decadenza avviato lo scorso giugno, dopo che il servizio appalti aveva comunicato l’impossibilità di andare avanti con la firma della convenzione «per mancanza dei requisiti finalizzati alla stipula del contratto». Andreozzi ha provato a evitare lo strappo presentando un documento di controdeduzioni senza però convincere Palazzo di Città, che pochi giorni fa ha chiuso la procedura passando sull’opera in project financing un colpo di spugna. «Nell’impossibilità di procedere alla stipula, in ragione della carenza del requisito della regolarità fiscale – si legge nella determina – sussistono le ragioni di pubblico interesse all’adozione di un provvedimento in autotutela di decadenza dell’aggiudicazione a suo tempo disposta».

L’anomalia. A fare da ostacolo c’è la previsione normativa che esclude dalla partecipazione agli appalti gli imprenditori che hanno commesso «violazioni gravi, definitivamente accertate, rispetto agli obblighi relativi al pagamento delle imposte e tasse o dei contributi previdenziali». Secondo le verifiche del Comune la capofila Andreozzi si troverebbe in una condizione di questo tipo, non sanabile perché cristalizzata in un atto che non può più essere impugnato. Nella determina si parla di «significative criticità», riscontrate «per quanto riguarda i carichi pendenti di natura tributaria a seguito dei controlli a cura dell’Agenzia delle entrate».

Gli scenari futuri. Alla cordata di imprenditori resta da giocare la carta di un nuovo ricorso al Tar, con cui contestare i presupposti del provvedimento comunale e chiederne l’annullamento. Ma se anche questa strada dovesse rivelarsi un vicolo cieco, il progetto del parcheggio sotterraneo dinanzi alla Provincia è destinato a essere accantonato. In Comune non sono arrivate, almeno per ora, proposte alternative da altre aziende. E al momento l’ipotesi di aprire una nuova procedura di gara non è nemmeno all’ordine al giorno.

L’iter della vicenda. Era il 7 settembre del 2012 quando la gara per progettazione esecutiva, realizzazione e gestione fu assegnata. L’Ati Andreozzi-Forte-Fenice era stata l’unica a partecipare, mettendo in campo un investimento di oltre 9 milioni. Il progetto iniziale fu però bocciato dalla Soprintendenza e si aprì un contenzioso chiuso solo nel marzo dello scorso anno, quando il Consiglio di Stato ribaltò la sentenza del Tar e annullò il “no” del soprintendente definendolo contraddittorio e immotivato. A quel punto il progetto è tornato sulla scrivania dell’ente di tutela, a cui gli imprenditori hanno sottoposto modifiche migliorative che hanno consentito l’emissione del nulla osta. Era il maggio del 2015, e la strada per l’apertura del cantiere pareva ormai in discesa. Agli inizi di quest’anno l’impresa ha completato il deposito dei documenti al Comune e aspettava solo la firma della convenzione per aprire il cantiere. La verifica fiscale, invece, ha bloccato tutto.

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