la lotta all’illegalitÀ 

Parcheggiatori abusivi Altri 6 sorpresi dai vigili

I parcheggiatori abusivi tentano di cambiare orari, zone e abitudini ma l’attività di repressione continua. Solo nella mattinata di ieri gli agenti della polizia municipale ne hanno sorpresi sei,...

I parcheggiatori abusivi tentano di cambiare orari, zone e abitudini ma l’attività di repressione continua. Solo nella mattinata di ieri gli agenti della polizia municipale ne hanno sorpresi sei, tutti ovviamenti allontanati dalla zona dove esercitavano la loro attività illecita. Di questi, cinque erano stati già destinatari del Daspo e, per l’inosservanza al provvedimento di allontanamento del questor,e sono stati denunciati all’autorità giudiziaria. Per il sesto parcheggiatore abusivo, invece, è stata emessa un’intimazione di allontanamento da trasmettere alla Questura.
Nelle ultime settimane i controlli mirati di vigili, poliziotti e carabinieri hanno portato all’individuazione di altri gruppi di parcheggiatori. Alcuni di loro, però, continuano a rispuntare, nonostante gli sia stato vietato da un provvedimento del questore.
Solo qualche settimana fa ne sono stati individuati 5, mentre all’inizio della settimana sono finiti nei verbali della Questura in 6. Gruppetti che si muovono concordando zone, orari e tariffe e che, come dimostrano le inchieste della magistratura, ormai non si limitano alla “classica” richiesta di un’offerta a piacere, ma insistono per ottenere una cifra precisa ai limiti se non nella piena dinamica estorsiva. Ed è con questa accusa che andranno a processo i 34 abusivi arrestati lo scorso 6 luglio. Quell’obolo, spesso preteso dagli imputati per la guardiania delle macchine anche in zone dove era già previsto il pagamento per la sosta (oppure, in casi come quello di piazza Amendola, dove addirittura i parcheggiatori sono stati sorpresi a transennare l’area della sosta abusiva) è, adesso, alla base dell’accusa di estorsione che il pm, Elena Guarino, sosterrà al dibattimento. Per i 34 parcheggiatori il processo sarà incardinato a metà maggio davanti ai giudici della Terza sezione penale. Tutte le volte che i parcheggiatori si avvicinavano al finestrino o fermavano l’automobilista chiedendo intimando la consegna di somme precise (1 o in alcuni casi più di 2 euro) scattava l’ipotesi di estorsione. E, anche se non era diretta, la minaccia è da considerarsi implicita secondo la ricostruzione dei magistrati.
Eleonora Tedesco
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