LA TRAGEDIA

«Papà trattato come un delinquente»

La figlia del pensionato di Padula morto durante un controllo della polizia: «Ferite e lividi sul corpo: ora voglio giustizia»

FIDENZA - «Voglio sia fatta giustizia e sono disposta anche a vendermi la casa affinchè venga fatta chiarezza su cosa è successo a mio padre e come è possibile che sia morto durante un controllo della polizia». Lo ripete più volte, Preziosa, figlia di Antonio Marotta, il pensionato 63nne di Padula morto per un arresto cardiaco domenica scorsa a Fidenza, in provincia di Parma, durante un controllo della Polizia. Intorno alle 18 di domenica Marotta era alla guida della sua auto e stava percorrendo via Martiri della Libertà, nel popoloso comune della bassa parmense, quando è stato fermato da una pattuglia della polizia stradale, perché si trovava alla guida della vettura senza avere allacciate le cinture di sicurezza. Stando alla versione della Polizia il 63enne avrebbe dato in escandescenze e per fermarlo i due agenti di pattuglia lo hanno ammanettato, a quel punto Antonio Marotta si è sentito male, accasciandosi al suolo. Dopo poco sul posto è arrivata una ambulanza del 118, i soccorritori hanno cercato invano di rianimare l’anziano e non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso. Una morte sulla quale ora indaga la magistratura.

Da Padula a Fidenza. Antonio Marotta, dopo la scomparsa della moglie si era trasferito da Padula a Fidenza «per fare il nonno – racconta la figlia – il papà e anche la mamma». A Fidenza oltre alla figlia vive anche un altro figlio, Rocco, mentre un terzo figlio, Fedele, vive a Padula e appena avuta la notizia della tragedia ha subito raggiunto in Emilia il fratello e la sorella. «Mio padre – racconta la figlia con la voce rotta da pianto – domenica, come ogni giorno era venuto a casa mia per aiutarmi a cucinare e a lavare i piatti e poi era tornato a casa sua per riposare e verso le 17 era uscito di nuovo per non fare mai più ritorno a casa. Quando abbiamo saputo quello che era successo ci siamo subito precipitati nel luogo dove era stato fermato: c’era tanta gente e a qualche metro di distanza dall’auto un lenzuolo che copriva il suo corpo».

I lividi e le ferite. «Inizialmente non volevano che lo vedessimo ma sono riuscita comunque ad avvicinarmi e a sollevare il lenzuolo - ricorda Preziosa - Papà aveva un polso che sanguinava, probabilmente la ferita è stata provocata dalle manette ed un livido ad un fianco all’altezza delle costole. Questi segni sul suo corpo li ho visti con i miei occhi e ora pretendo che chi farà le indagini faccia chiarezza sulle loro origini e soprattutto da chi o da che cosa sia stato provocato il livido al fianco. Abbiamo dato mandato ad un avvocato e a un medico legale per assicurarci che non venga tralasciato nulla durante le indagini e venga accertato se ci sono delle responsabilità per la morte di papà e se ci sono chi ha sbagliato deve pagare».

Il “super nonno”. Antonio Marotta era molto conosciuto a Fidenza, in particolar modo nel quartiere in cui viveva. «Molti bambini – continua la figlia - lo chiamavano il “super nonno” perché oltre ai suoi nipoti era sempre disponibile anche gli amici dei miei figli ad accompagnarli in ovunque. Era una persona buona ed altruista». «Nostro padre – sottolineano all’unisono i figli – è stato dipinto come un delinquente, un pregiudicato e non è affatto così perché nostro padre è incensurato e non meritava di essere trattato in questo modo. Vorremo poi capire che motivo c’era di ammanettare un pensionato inerme, cardiopatico e diabetico forse solo perché ha alzato la voce?».

Il cordoglio dei padulesi. Antonio Marotta era conosciuto da tutti a Padula, dove tornava spesso. Sono stati tantissimi i messaggi di cordoglio pubblicati sui social da parte di tanti sui concittadini tutti indignati per il fatto che sia stato bollato come un pregiudicato: “Antonio era una bravissima persona e non un delinquente”; “che senso aveva ammanettare una persona innocua?”; “un grande lavoratore e una brava persona”: questo il tenore delle decine di messaggi pubblicati in rete.

Le indagini della procura. Per fare chiarezza sulla vicenda la Procura di Parma ha aperto un fascicolo e sequestrato la salma sulla quale sarà effettuato nei prossimi giorni l’esame autoptico. Al momento non ci sono persone iscritte sul registro degli indagati: in queste ore gli inquirenti hanno ascoltato diverse persone che vivono nella zona ed acquisito alcune registrazioni effettuate da diversi impianti di videosorveglianza a circuito chiuso che si trovano nella zona.

Erminio Cioffi