Palma attacca la Carfagna e gli impresentabili del Pd

Fresco di nomina a coordinatore regionale del Pdl replica alle critiche di Mara «Salerno ben rappresentata. Pepe? È stato attivo sul territorio quanto lei»

NAPOLI. Il coordinatore campano del Pdl Nitto Palma replica a Mara Carfagna che nei giorni scorsi lo aveva accusato di scarsa conoscenza del territorio e di aver sottorappresentato il territorio salernitano nella composizione delle liste. «Se vedo le liste - ha detto Nitto Palma in conferenza a Napoli - abbiamo due persone di Salerno sicuramente eletti, Carfagna e Marotta, che è di Salerno, forse qualcuno se lo scorda, e che a Salerno si era candidato sindaco contro De Luca, più il consigliere Eva Longo in caso di vittoria al Senato».

«La Carfagna - ha proseguito - credo che abbia detto che non conosco il territorio in riferimento all’onorevole Mario Pepe. Ma che io non conosca il territorio di Salerno non è che è una cosa eclatante, comunque sia Mario Pepe è di Bellosguardo, un paesino in provincia di Salerno, e immagino che in questi tre anni abbia avuto la stessa presenza sul territorio che ha avuto l’onorevole Carfagna». «La Carfagna - ha aggiunto Nitto Palma - ha preso 55 mila voti di preferenza alle precedenti Regionali, è un dirigente politico nazionale, è di Salerno, è fortemente radicata sul territorio, per cui siamo convinti che possa essere in grado di contrastare altri partiti e ottenere un buon risultato a Salerno. Ove mai non dovesse accadere sia io che Alfano e Berlusconi - ha concluso - ci prenderemo tranquillamente la responsabilità della sconfitta».

Il neo coordinatore regionale del Pdl in Campania, dunque, non risparmia stoccate a chi ha espresso dubbi sul suo operato nei giorni scorsi. I riflettori però vanno spenti, perché, seppure fiducioso («La Campania? La vinciamo noi», esplicita), il senatore ritiene che «la campagna elettorale può essere danneggiata da un surplus di polemiche» e dice «basta». Quella di Nicola Cosentino è l’assenza che pesa in un incontro al quale sono presenti tutti i big del partito sul territorio. Nitto Palma lo nomina solo quando i giornalisti incalzano, ribadendo che è tra le «esclusioni dolorose», fatte «con rammarico. Cosentino sa perfettamente perché è stato escluso. Non è un caso che la pressione mediatica si sia sviluppata in maniera così virulenta su di lui, per il peso della Campania nelle politiche».

Pesi e misure diverse per Cesaro, Cosentino o Landolfi?, chiedono i cronisti. No, «il garantismo deve prevalere sul giustizialismo, con la responsabilità che la politica si deve assumere. Ci consegnamo pienamente al giudizio degli elettori. Siamo garantisti per noi e per gli altri». Fatto salvo che al Pd campano, che lo ritiene motore di una “macchina del fango”. Nitto Palma cita i casi di tre candidati del Pd che sarebbero coinvolti in inchieste o che avrebbero - a suo dire - rapporti di contiguità con la criminalità organizzata. «Con buona pace del segretario regionale del Pd non si può non rilevare che la capolista al Senato è sotto processo per calunnia nei confronti di un sottufficiale della Finanza. Inoltre, e non lo dico io, ma Isaia Sales e Roberto Saviano, c’è una candidata i cui zii avrebbero avuto rapporti col clan Di Lauro e un altro candidato con rapporti di affinità col boss Michele Zaza».

Quanto al presidente della giunta regionale Stefano Caldoro, «prendo atto del fatto che dica che il suo impegno è nell’azione di governo della Regione. Però se questa è la questione, di questa bontà ne usufruiranno anche i suoi assessori candidati che corrono nell’Udc contro il Pdl e il suo consigliere Zecchina che sta con Monti. Mi auguro possa partecipare attivamente. Lo considero un leader importante nel Pdl e una sua azione a tutto campo può portare acqua al mulino ».

Infine, la mancata candidatura di don Luigi Merola: «Non da solo, ma presente la mia scorta che mi accompagna sempre, ho fondato motivo di ritenere che se ha rifiutato la candidatura non è stato per la presenza in lista di Cosentino». (g.g.)