Palazzo Fruscionel’edificio di età normanna

Sarà recuperato con finanziamenti europei. Ospiterà una biblioteca e un museo virtuale

Palazzo Fruscione, famoso per le sue decorazioni esterne, occupa un posto di primissimo piano tra gli edifici del Centro Storico di Salerno e presenta una storia complessa e strettamente collegata alla vicinissima San Pietro A Corte. La regione Campania ha recentemente finanziato un progetto di 4.665.000 euro per il recupero dell’edificio, per la sua ristrutturazione e per la costruzione, al suo interno, di una biblioteca comunale multimediale. Fondamentali per ricostruire la genesi del palazzo sono gli atti notarili del tempo.
In alcuni casi, come accaduto con il De Renzi, si profila un collegamento con la vicina reggia di Arechi, oppure, come nel caso di De Angelis, si parla di una cronologia che porta al dodicesimo-tredicesimo secolo. Studi successivi di Rosi e Guranino hanno consentito di risalire a documenti di età moderna, che hanno permesso di individuare diverse fasi costruttive dell’edificio. Tra questi il più interessante è uno contenente la descrizione dell’edifico nel 1738, quando fu ceduto in enfiteusi a Bartolomeo Longo dal Capitolo della Cattedrale, a quale lo aveva lasciato in eredità il canonico Francesco Inglese. Emerge che non si trattava di un palazzo di civile abitazione, ma una specie di albergo che viene indicato come "casa di alloggiamento". Si spiegano così le innumerevoli stalle che vengono indicate al piano terra. Altra considerazione riguarda l’ampliamento dello stabile verso occidente, avvenuto dopo il 1738,, come si intuisce dall’osservazione delle forme architettoniche.
L’ingresso doveva trovarsi sul lato ovest, come scritto nel documento notarile, dove si afferma "É.sita e posta detta casa per uso alloggiamento in questa città nel largo Sant’Antuono AbateÉ". Se, sul lato occidentale, si tiene conto della parte dell’ampliamento e si aggiunge l’apertura del vicolo, oggi molto stretta, si ottiene uno spazio abbastanza vasto. Sulla parte dove sorge San Pietro a Corte si apre l’attuale ingresso al palazzo con un portone centrale tra due coppie di magazzini. Proprio questi magazzini verso ovest costituiscono la parte aggiunta, in quanto prima del portone si trova una colonna angolare, che nel Medioevo scandiva i limiti degli edifici, la quale è in asse con la fine degli archi intrecciati medioevali. In epoca più recente si è provveduto all’aggiunta di un altro piano nella struttura ed è possibile stabilire che nel diciottesimo secolo il palazzo avesse ancora una configurazione medioevale, con il suo ingresso non in via dei Barbuti.
Sul lato orientale il "Fruscione" era collegato ad un secondo edifico grazie ad un passaggio; questo secondo palazzo, denominato la "Figurella", fu destinato a Nuovo Ospedale dei Peregrini, in seguito allo spostamento dalla sede di via dei Canali, demolita per la costruzione del Conservatorio dell’Annunziatella. Tornando alla parte medioevale del palazzo, si può affermare che la decorazione ad archi intrecciati del secondo piano, sottolineata da un fascione marcapiano con specchi vuoti quadrati, ricopriva tutti i lati dell’edificio. Ma la forma più articolata degli archi intrecciati, contenenti ognuno nella parte intermedia spigoli ed archi minori, lasciano propendere per una soluzione più matura ed anche più avanzata da collocare nel XIV secolo inoltrato. Le finestre ed resti inferiori, che a seguito di qualche alluvione, risultano oggi in parte interrati, sono ancora ben visibili nella pendenza della strada. I piedritti degli archi hanno una decorazione con motivi a tarsia tufacea, la cui configurazione trova precise corrispondenza nel quadriportico del Duomo.
Luca Visconti