Palazzo di via Gonzaga Le ruspe dopo trent’anni

Stamane il sindaco e l’assessore Grimaldi firmeranno l’ordine di abbattimento La struttura doveva ospitare la caserma della polizia. Ma è il simbolo del degrado

Sarà abbattuta, dopo circa 30 anni, la caserma della Polizia di via Generale Gonzaga. Mai completata, è una delle opere incompiute più note in Italia.

Lo scheletro della struttura, imponente come un grosso condominio ed alto come un palazzo di cinque piani, è rimasto immutato nel tempo, a pochi passi dallo stadio Sant’Anna e dall’istituto Besta. Questa mattina sarà protocollata l’ordinanza di demolizione, firmata dal sindaco Santomauro e dall’assessore Alessandro Grimaldi.

La struttura, che nei progetti iniziali – negli anni’80 – avrebbe dovuto essere una caserma della Polizia, era stata anche protagonista, alcuni anni fa di uno speciale della Rai dal titolo “Battipaglia città degli sprechi”. Il dossier ricordava che «la caserma di Polizia di via Gonzaga, da 30 anni incompiuta e non a norma, non può essere abbattuta e neppure completata». Ancora oggi, non esiste in città una caserma della Polizia. Il commissariato è ospitato in spazi angusti presso l’ex tabacchificio di via Rosa Jemma. E, come evidenziato dal consigliere Gerardo Motta lo scorso anno, «l’organico è sottostimato rispetto al numero degli abitanti perché manca la caserma».

L’atto di demolizione segnerà la fine di un trentennio di immobilismo edilizio per la caserma, che aveva portato a conseguenze tristi sulla sicurezza dei cittadini. Fino ad una decina di anni fa, la struttura ospitava, in maniera abusiva, persone disagiate, zingari, extracomunitari, ma anche spacciatori e tossici. L’amministrazione decise di murarne il primo livello, impedendo ingressi ed occupazioni abusive.

La storia della struttura è lunga e tormentata. Negli anni ’80 il commissariato era ospitato in un fabbricato civile di via Salerno. Si trattava di una posizione non idonea e si pensò di realizzare una caserma che sarebbe stata il fiore all’occhiello della città. L’incarico venne dato all’imprenditore De Cesare, suocero di quel Carmine Battipede che fu l’ideatore della “Città dei Ragazzi”. La copertura finanziaria era assicurata dal Ministero dell’Interno e del Ministero della Difesa, con una compartecipazione del Comune. Ma un conflitto di competenza ed un contenzioso relativo all’utilizzo dei suoli furono causa della sospensione dei lavori. Mentre il commissariato venne spostato in via Jemma, presso l’attuale sede, negli anni’90 si cercò una soluzione per salvare la struttura. Bocciata la proposta di destinarla ad un centro per tossicodipendenti, a De Cesare venne dato il servizio di guardiania. Da allora ai giorni nostri, la struttura è rimasta allo stesso punto, fino all’ordinanza di abbattimento che verrà depositata questa mattina.

Francesco Piccolo

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