PALAZZI STORICI

Palazzo di città a SalernoDal podestà al governo Badoglio

La sede di via Roma fu inaugurata nel ’36. Otto anni dopo vi si riunivano i ministri

Quando, il 12 aprile del 1936, fu inaugurato Palazzo di Città, nessuno avrebbe sicuramente immaginato che di lì ad otto anni vi si sarebbe insediato il Governo Badoglio. Poco più di cinque mesi convulsi, durante i quali lo scalone d’onore dell’edificio di classico stampo fascista fu più volte percorso da quei ministri che, per dirla con lo storico Gabriele De Rosa, partorirono «un governo che fu la cellula, il primo supporto del nuovo Stato italiano, l’inizio della storia della nostra rinascita come popolo, come democrazia, come governo». La nuova compagine, sulle ceneri dell’operazione Avalanche, si trasferisce in città l’11 febbraio del 1944. Ci sono anche due salernitani.
Raffaele Guariglia agli Esteri e Giovanni Cuomo all’Educazione nazionale, a cui si deve - dopo lo scioglimento della Scuola Medica durante il decennio francese e la morte dell’ultimo brandello dell’ateneo salernitano, decretata dall’allora ministro della Pubblica istruzione Francesco De Sanctis - la nascita del Magistero, con sede a Palazzo Pinto, in via Mercanti. Palazzo di Città fu progettato dall’architetto napoletano Camillo Guerra, celebre per la sua adesione al linguaggio modernista nella corrente di quell’arte di Stato cara alla cultura imperiale del fascismo. Guerra, che fu un interprete della dialettica tra tradizione e innovazione, nell’architettura italiana tra le due guerre, curò ogni dettaglio della sede dell’amministrazione comunale, offrendo la sua consulenza anche per l’arredamento. Il palazzo di estende su una superficie di circa cinquemila metri quadri divisi su quattro piani. Caratteristico è il portico sul fronte principale, mentre nella corte centrale si trova il cosiddetto "scalone d’onore" a due rampe che conduceva direttamente all’appartamento di rappresentanza del Podestà. L’attuale Salone dei Marmi, così chiamato per il rivestimento con marmi policromi e con mosaici oro, rosso e blu (che sono poi i colori dello stemma cittadino) era in origine denominato il Salone di Ricevimento e fu proprio qui che nel ’44 si riunì il primo Consiglio dei Ministri. L’ambiente è decorato dal ciclo pittorico dell’artista Pasquale Avallone. A soli 19 anni partecipò con due opere ad una esposizione organizzata dall’amministrazione provinciale di Salerno, ricevendo una borsa di studio di 300 lire annue che gli consentì di frequentare l’Accademia di Belle Arti a Napoli dove ebbe come insegnanti Stanislao Lista e Vincenzo Volpe. Della sua vasta produzione come pittore (fu infatti anche scultore) si ricordano i pannelli della Camera di Commercio, della Banca d’Italia, oltre a quelli di Palazzo di Città. Da notare poi, il gruppo di statue bronzee realizzate dall’artista Gaetano Chiaromonte, celebre scultore salernitano vissuto tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento, autore, tra le tante opere, di un busto in gesso dedicato proprio a Giovanni Cuomo. Vicino al salone c’era l’antica Sala delle Commissioni, oggi la sala dove si riunisce la giunta; sul lato opposto la sala della consulta, oggi la Sala del Gonfalone che offre al visitatore lo spettacolo di un solaio a cassettoni in vetro-cemento. Il piano terra è occupato quasi esclusivamente dal cinema teatro Augusteo. Il Comune affaccia sulla centralissima via Roma: oggi la via per eccellenza della "movida", un tempo, la via Marina per i salernitani "veraci" che fino agli inizi del XIX secolo si specchiavano nel mare.