Palazzina Liberty Museo del tessile o sede di uffici

Ancora incerta la destinazione d’uso dell’edificio che è stato ceduto gratuitamente al Comune di Salerno

SALERNO. Nel piano di riqualificazione dell’area “ex Mcm” , sito dello storico stabilimento delle Manifatture Cotoniere Meridionali, rientra anche una palazzina liberty. L’edificio, in passato sede degli uffici amministrativi delle cotoniere, è stata gratuitamente ceduta all’amministrazione comunale. Ma a oggi, la sua destinazione d’uso non è ancora ben chiara. Negli anni 2004-2005, quando al timone di Palazzo di Città c’era Mario De Biase, la palazzina fu sottoposta a vincolo dall’allora assessore al Lavoro e alle Attività produttive Franco Mari: avrebbe dovuto diventare sede delle politiche del lavoro, nell’ambito di un più ampio progetto. Successivamente Palazzo di Città stabilirà che la palazzina dovrà essere destinata ad attività sociali, ma anche essere la sede di una fondazione e del museo del tessile, che rappresenterà la storia delle Mcm fin dal loro insediamento.

Tra le ipotesi più recenti, è emersa poi la possibilità di destinare almeno una parte dell’edificio, agli uffici comunali. L’obiettivo è duplice: da un lato creare uno sportello in una zona densamente abitata, dove non c’è altra interfaccia con l’amministrazione; dall’altro quello di tagliare i fitti passivi che penalizzano fortemente le casse municipali. Basti pensare al settore delle Politiche scolastiche o a quello dei Tributi, ospitati in edifici privati per i quali il Comune paga un profumato fitto mensile. Non a caso, proprio l’altro giorno la giunta ha dato mandato all’ufficio Patrimonio di elaborare la redazione di un piano di utilizzo per abbattere ulteriormente la voce dei costi relativa ai fitti passivi. Gli immobili individuati sono il complesso di Santa Sofia, il complesso di San Michele, palazzo Genovese per la parte di proprietà dell'ente, il palazzo San Massimo, il Casino sociale, l’ex seminario regionale, il complesso di San Nicola della Palma. «Se ne discuterà con l’anno nuovo – ha spiegato l’assessore all’Urbanistica Mimmo De Maio – Nel corso degli ultimi incontri erano emerse diverse proposte, sia quella di realizzare un museo di archeologia industriale, che l’ipotesi di destinare parte dell’edificio agli uffici comunali, anche per offrire un servizio ai residenti di quella zona. Di sicuro la palazzina non sarà abbandonata. Si tratta di una struttura di pregio, con una storia alle spalle». La sua identità è strettamente legata al cosiddetto periodo degli svizzeri: a seguito dell’embargo napoleonico ai produttori ed esportatori inglesi e americani, che creava danni ai tessitori svizzeri, questi decisero di spostare i loro interessi in altre aree, in particolare nel Mezzogiorno. Le industrie tessili di Fratte furono fondate da Federico Alberto Wenner, un industriale svizzero, giunto a Salerno nel 1829. Nel 1918 vengono nazionalizzati gli stabilimenti, con il nome di Manifatture Cotoniere Meridionali s.p.a., che nel frattempo erano passate al figlio Roberto Wenner.(b.c.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA