Palazzina a Capaccio, tutti assolti 

Il Tribunale scagiona due imprenditori, un dirigente comunale e un architetto

CAPACCIO PAESTUM. Assolti con formula piena perché il fatto non sussiste. La sentenza del tribunale di Salerno è stata emessa nei confronti degli imprenditori capaccesi Antonio Di Giovanni e Giuseppe Di Filippo, del funzionario comunale Carmine Greco e dell’architetto Carmine Voza.
Il lungo procedimento giudiziario ha avuto inizio nel 2011 quando è scattato il sequestro di una palazzina effettuato dalla polizia locale e Forestale. L’accusa riteneva che il permesso a costruire fosse stato rilasciato dal Comune di Capaccio Paestum, su falsi presupposti. A chiusura delle indagini la Procura di Salerno, nell’aprile del 2012, notificò quattro rinvii a giudizio.
Il procedimento processuale iniziò, dunque, per gli imputati Giuseppe Di Filippo, committente delle opere edilizie; Antonio Di Giovanni, titolare della ditta esecutrice dei lavori; Carmine Voza, progettista e direttore dei lavori.
Tutti e tre rispondevano della presunta accusa di concorso in falsa rappresentazione dei fatti nella progettazione, istigazione all’abuso di ufficio ed illecito urbanistico. Fu rinviato a giudizio anche Carmine Greco, all’epoca dei fatti responsabile dell’ufficio tecnico comunale, per concorso e abuso di ufficio.
I provvedimenti furono emessi a seguito del sequestro della palazzina, dislocata su tre livelli, realizzata in Via Magna Graecia nel centro urbano di Capaccio Scalo. Tra le contestazioni mosse, il mancato rispetto delle regolari concessioni edilizie e delle specifiche destinazioni di uso previste per le aree esterne pertinenziali al fabbricato.
La palazzina fu realizzata su una struttura preesistente poi abbattuta. Nel 2013 il giudice per le indagini preliminari Maria Zambrano della Procura di Salerno, dispose il dissequestro dell’immobile in fase di costruzione, e relative pertinenze. Dopo 4 anni per tutti gli imputati il processo si è chiuso con un’assoluzione piena. (a. s.)