PalaZauli, il Comune chiede gli arretrati

Fissato un incontro con la Polisportiva che ha pagato solo il deposito cauzionale all’atto della promessa d’acquisto

PalaZauli: ora il Comune batte cassa. Più di un milione di euro per consentire all’amministrazione di tirare una boccata d’ossigeno. La sindaca Cecilia Francese ha dato al dirigente dell’avvocatura comunale, Giuseppe Lullo, il mandato di fissare un incontro con i vertici della Polisportiva Battipagliese in uno studio notarile. Il governo cittadino confida nella cessione dei beni per scongiurare il rischio dissesto e risanare le casse di un Ente che, da luglio 2014, si ritrova a dover fare i conti con le procedure di riequilibrio finanziario pluriennale e un disavanzo che supera i 22 milioni di euro. Una somma spaventosa, con 12 milioni di euro da ripianare entro il 2024 e con altri 9 milioni, derivanti dal riaccertamento straordinario dei residui effettuato nel 2015, che andranno ripagati entro il 2044.
Si mira, dunque, all’epilogo d’una procedura d’alienazione avviata nel 2013, con l’aggiudicazione che andò in porto alla fine di quell’anno ma con i contratti che non sono mai stati chiusi. A Palazzo di Città, insomma, quei soldi non li hanno mai visti. Tant’è che, a otto anni dalla predisposizione del primo piano di dismissione dei beni, il palazzetto “Bruno Zauli” e le aree adiacenti alla tendostruttura di via don Minzoni figurano ancora nell’elenco per il triennio compreso tra il 2017 e il 2019. E le somme sono ragguardevoli: il PalaZauli, allo stato attuale, vale 917mila euro, mentre le aree esterne costano 567mila euro. Finora i vertici della polisportiva hanno tirato fuori 178mila euro a titolo di deposito cauzionale, a fronte d’una promessa d’acquisto. Lo hanno fatto negli anni in cui i beni comunali erano finiti in capo alla Veicolo, con l’annessa cartolarizzazione che non è mai avvenuta, tant’è che, di recente, il Consiglio comunale ha deliberato l’avvenuto avveramento delle condizioni risolutive contenute nei contratti di cessione tra Palazzo di Città e la società che avrebbe dovuto occuparsi delle alienazioni. E i beni sono tornati in capo a Palazzo di Città.
Tuttavia manca ancora qualche passaggio per poter avviare i tentativi di vendita degli immobili: nei prossimi giorni, infatti, dovrà riunirsi l’assemblea di Alba, azienda che, nel frattempo, aveva inglobato la Veicolo, a seguito d’una fusione deliberata dai commissari straordinari, acquisendo i beni: i lavoratori della municipalizzata, a quel punto, dovranno ratificare l’avvenuta retrocessione del patrimonio immobiliare. Soltanto allora la retrocessione sarà effettiva e il Comune potrà predisporre un nuovo bando di vendita.
Ci sono ulteriori formalità da risolvere: sull’immobile a Filigalardi, sul tabacchificio ex Ati e sul macello comunale, infatti, gravano delle iscrizioni ipotecarie a favore di Equitalia, nei confronti della quale c’erano dei debiti pregressi. I vertici di Alba, però, inoltrarono a dicembre 2016 una richiesta di definizione agevolata, e la rottamazione delle cartelle esattoriali dovrebbe scongiurare ogni rischio.
Carmine Landi
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