Paif, si aggrava la crisi A rischio mobilità cinquanta dipendenti

Falliti gli incontri a Confindustria fra proprietà e sindacati Ora le trattative si spostano nella sede della Regione

Nessuna soluzione trovata per la Paif, la palla passa alla Regione. Il 26 settembre i dirigenti del gruppo aziendale, le organizzazioni sindacali e le Rsu si siederanno nuovamente ad un tavolo, dopo il flop di mercoledì pomeriggio e della scorsa settimana presso la sede di Confindustria Salerno, per cercare di trovare una strada condivisa. All’inizio del mese di agosto, la Paif aveva formalizzato la procedura di mobilità per cinquanta lavoratori. Secondo i vertici dell’azienda, sarebbe stata una crisi di liquidità quella che aveva colpito il gruppo Paif e TermoPaif di Battipaglia e che aveva dapprima costretto a mettere in cassa integrazione straordinaria ottanta dipendenti fino al prossimo 7 ottobre, quindi ad avviare le procedura di mobilità per cinquanta. L’azienda si avvale attualmente di un organico di 124 dipendenti. Se la situazione non verrà risolta, i lavoratori potrebbero improvvisamente dimezzarsi.

Dopo le positive risoluzioni alle vicende relative agli stabilimenti battipagliesi delle multinazionali Treofan e Fos, le organizzazioni sindacali hanno tutta l’intenzione di trovare uno spiraglio anche per la Paif. E come per le altre questioni aziendali, tra i protagonisti sul fronte dei sindacati c’è Alessandro Antoniello della Uil. «Per ora non abbiamo trovato alcuna soluzione – rivela Antoniello – la trattativa passa alla Regione che ci ha convocati per il giorno 26 settembre. Speriamo si possa giungere ad un accordo già in quella giornata».

Il gruppo aziendale è presente a Battipaglia con due opifici, attrezzati con impianti automatici tra i più avanzati tecnologicamente per la produzione di piatti, bicchieri e posate monouso; pellicola, alluminio, vaschette e sacchetti per la conservazione dei cibi. L’azienda opera nel settore degli articoli monouso da più di 30 anni con un trend in continua crescita in Italia e all’estero. L’ultimo grosso investimento è datato 2000, quando l’azienda ha concluso un piano triennale di investimenti produttivi che le ha permesso di incrementare la produzione di oltre il 50 per cento; di essere sempre più competitiva sul mercato e di offrire un servizio sempre più efficiente.

Lo scorso marzo, l’allora sindaco Giovanni Santomauro aveva ricevuto una delegazione di sindacati e dirigenti per valutare la vertenza Paif, senza tuttavia trovare una soluzione. Medesima era stata l’attenzione del movimento Etica per il Buon Governo, con il consigliere Cecilia Francese che aveva inviato all’amministrazione comunale un’apposita interrogazione sull’argomento. «Complessivamente un centinaio di lavoratori rischia di ritrovarsi in mezzo alla strada, oltre alle conseguenze drammatiche per l’intero indotto – aveva scritto Etica – si tratterebbe di un ulteriore colpo all’economia della zona che si aggiungerebbe alla crisi dell’Alcatel e delle altre imprese locali che hanno chiuso o sono sull’orlo della chiusura. L’effetto è uno: la desertificazione del tessuto industriale cittadino».

Francesco Piccolo

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