Paiato al Verdi con la Medea moderna

Stasera debutto in città. L’attrice: «Il riferimento all’attualità è in ogni dettaglio»

SALERNO. Dopo lo straordinario successo di pubblico e critica al debutto nazionale al Piccolo Teatro di Milano, arriva stasera (ore 21), in anteprima regionale al Verdi, la "Medea" di Seneca., prodotta dalla Fondazione Salerno Contemporanea. La straordinaria attrice Maria Paiato è Medea nella traduzione e adattamento di Francesca Manieri, per la regia di Pierpaolo Sepe, con Orlando Cinque, Giulia Gaiani e Diego Sepe.

Nelle note di presentazione di Pierpaolo Sepe e Francesca Manieri si comprende comequest’opera ben si presta ad essere una tragedia contemporanea, nonostante sia stata scritta da Seneca nel per Nerone, e ancor prima da Euripide nel 431 a.C.

A sentire la protagonista, Maria Paiato, «Medea è il male assoluto. La tragedia di Seneca, a differenza di quella di Euripide, è una tragedia politica, che non lascia scampo, mette in atto il suo terribile progetto di assassinare i suoi figli e vendicarsi sul marito Giasone, che lei stessa ha aiutato nella conquista del “Vello d’oro”, perché offesa profondamente nel suo ruolo di donna».

Al pubblico sarà facilmente riconoscibile la modernità di questa Medea?

«Da ogni dettaglio. L’allestimento è contemporaneo, la scenografia richiama una fabbrica dismessa di Detroit, caduta in rovina, fatiscente. Le musiche sono moderne ed anche l’abbigliamento richiama i giorni nostri, ma non è un'epoca ben definita, io indosso un abito nero, ma il trucco dei personaggi in scena è molto marcato, quasi caricaturale e grottesco. Nella traduzione e adattamento di Francesca Maniero, quasi una riscrittura, è cercato un linguaggio contemporaneo, il riferimento all'attualità è chiaro».

E Medea? Quando pensiamo a lei pensiamo ad una donna capace di vendicarsi sui suoi stessi figli e sul marito Giasone, senza esclusione di colpi.

«Qui la dimensione sociale della tragedia è più marcata, va oltre la tragedia familiare. Ma Medea dice a Giasone: “Io non posso essere solo il corpo che ha contenuto e generato i tuoi figli”. Si capisce che lei rivendica il diritto ad essere riconosciuta e rispettata non solo in quanto moglie e madre ma come donna».

Si chiude con questa Medea una trilogia che l’ha vista protagonista di tre ruoli femminili molti forti. Cosa l’aspetta in futuro?

«Sarò nel “Celestina” per la regia di Luca Ronconi».

È mai stata a di Salerno? Conosce la città?

«Ho già recitato qui varie volte, posso dire che Salerno mi piace davvero. Mi sembra una città in cui si vive bene».

Paola Primicerio

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