BLITZ ALLA LAMIA

Pagani, smantellate le telecamere del “sistema”

Forze dell’ordine nel fortino dei Fezza-De Vivo: apparecchi piazzati in strada per eludere i controlli contro lo spaccio

PAGANI - Un “Grande Fratello” in versione criminale osservava buona parte della Lamia di Pagani e sapeva sempre come comportarsi in base a chi in quel momento entrasse nel quartiere. Lo hanno scoperto carabinieri, polizia e vigili urbani, che ieri, su delega della Dda e con il supporto di tecnici Enel, quelli comunali e vigili del fuoco, hanno messo a segno un blitz in quella che è considerata la roccaforte del clan Fezza- De Vivo , decimato dall’inchiesta culminata all’inizio di questo mese con una raffica di arresti.

Ispezioni in un lembo di città considerato, fino agli arresti di 15 giorni fa, terra di nessuno. Dalle prime ore della mattinata sono state battute a tappeto case e cortili. Verifiche per appurare eventuali abusi edilizi e allacci impropri alle reti pubbliche, come quella elettrica. Uno smacco verso coloro che erano e sono ritenuti i capi dei clan operanti a Pagani e nell’Agro. Il cerchio è stato stretto intorno alle abitazioni di via Lamia, via Amendola, piazza Martiri d’Ungheria. Sull’operazione, che rientra nel coordinamento della Direzione distrettuale antimafia, c’è massimo riserbo. Gli investigatiori hanno cercato anche telecamere poste agli ingressi delle strade per controllare i ditorni e non certamente in funzione di sicurezza contro i malfattori. In quest’area di Pagani è da decenni concentrata un’alta presenza criminale. Un’azione utile non solo a scopfrire illeciti, ma anche a far comprendere che non esistono “luoghi inviolabili” e lo Stato sta facendo sentire la propria presenza.

I controlli di ieri mattina sono la prosecuzione, in chiave non solo penale ma anche amministrativa, del maxi blitz avvenuto il primo dicembre scorso. Un’ampia operazione di contrasto alla criminalità organizzata, condotta e coordinata dalla Dda della Procura di Salerno, col fasciolo affidato al pm Elena Guarino , che ha colpito due associazioni per delinquere di stampo camorristico tra loro federate, influenti su Pagani e buona parte dell’Agro e del Napoletano. Le forze dell’ordine avevano notificato 25 ordinanze di custodia cautelare in carcere e il sequestro di beni agli indagati.

Gli arrestati risultano indagati per associazione di tipo mafioso, tentato omicidio, estorsione, porto e detenzione illegali di armi, illecita concorrenza con minaccia o violenza e autoriciclaggio nonché, ancora, per il reato di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, tutte fattispecie aggravate dalle finalità mafiose. Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile di Salerno e dal Reparto Territoriale Carabinieri di Nocera Inferiore, hanno colpito i clan Fezza-De Vivo di Pagani e Giuliano di Poggiomarino. Secondo quanto emerso dalle investigazioni i gruppi controllavano il mercato degli stupefacenti, imponendosi con richieste estorsive e riuscendo ad infiltrarsi nell’economia.

(sda)