LA SENTENZA

Pagani, la figlia: "Mamma è la mia stalker". Il Tar: "Ha ragione" 

I giudici rigettano il ricorso di una donna che chiede l’annullamento del decreto di ammonimento del questore di Salerno 

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PAGANI. Insegnante “ripresa” dal questore perché ha un atteggiamento troppo asfissiante sulla figlia, al punto da sfociare con i suoi atteggiamenti in un’ipotesi di stalking. La donna, che insegna in una scuola dell’Agro nocerino, a metà dicembre, forse anche un po’ a sorpresa, si è vista notificare un “ammonimento orale” dalla questura di Salerno e un invito «a non porre in essere atti o comportamenti che potessero ingenerare nella figlia timori, stati di ansia, tensione o che potessero alterare le normali abitudini di vita». Per una figura professionale deputata all’educazione degli studenti, è un brutto neo che va a ledere la sua reputazione. L’insegnante si è quindi rivolta Tar di Salerno, ma senza successo, per difendere il suo operato di genitrice e, in subordine, l’onore di maestra.
Ancor prima di ricorrere alla querela di parte alla magistratura ordinaria, che avrebbe avviato un procedimento penale contro la madre, la giovane paganese che – secondo il ricorso dell’insegnante alla giustizia amministrativa – si sarebbe sottratta ai controlli materni fin dalla giovane età, ha preferito esporre le sue ragioni all’autorità di pubblica sicurezza, nel caso di specie ai carabinieri che, dopo un’istruttoria, hanno chiesto che fosse avanzata richiesta di ammonimento al questore nei confronti della madre. Una procedura, cautelativa e preventiva, prevista dalla legge che nel 2009 ha istituito il reato di stalking e precede quella che è la denuncia, in seguito alla quale il pubblico ministero può esercitare l’azione penale, una volta avuta la notizia di reato.

Massimiliano Lanzotto
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