Pagani, in 48 a giudizio per l’area Pip

Lottizzazione della zona industriale: deciso il processo per Gambino, dieci ex assessori e dipendenti comunali

PAGANI. Affronteranno il giudizio del tribunale i 48 indagati rimasti nel procedimento per la lottizzazione delle aree Pip e Pua a Pagani: l’ultimo filone segue lo stralcio del giudizio immediato chiesto e ottenuto precedentemente da altri coinvolti.

L’inchiesta sulle irregolarità del piano industriale diventa un processo a un anno e mezzo dal blitz che sottopose a sequestro preventivo 22 aziende nella periferia paganese, con l’interdizione di tre tecnici comunali e 64 avvisi di garanzia per l’allora sindaco Alberico Gambino, per dieci assessori, imprenditori e tecnici, tutto eseguito dal nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza. Le accuse riguardano l’assegnazione illegittima dei lotti nelle aree industriali e il rilascio dei permessi a costruire in assenza di pubblico bando e la mancata realizzazione delle opere di urbanizzazione.

Il pasticcio secondo la procura partì da una sentenza del Tar di Salerno, che nel 2003 annullò il bando per l’assegnazione dei lotti Pip dopo dieci anni dall’approvazione, ritenendo viziati gli espropri e inoltre avviando le pratiche per la restituzione dei terreni ai proprietari. Fu così che la giunta e l’ufficio tecnico avviarono le contestate trattative private, col varo di un nuovo piano nel 2005 e il successivo Pua che tra il 2005 e il 2008 autorizzò 11 attività commerciali, sette in lizza dal bando di assegnazione originario e 4 nuove, con 12 permessi a costruire in area Pip, nonostante il piano fosse decaduto.

In quel frangente, secondo le accuse, quella zona era divenuta “area bianca” senza pianificazione, con l’operato del tecnico incaricato dalla Procura finito nel mirino dei collegi divensivi. A gestire le pratiche furono i quattro tecnici comunali Giovanni Pellegrino, Enrico Giaquinto, Giovanni Di Palma e Bonaventura Tramontano, indagati con il sindaco Alberico Gambino e i suoi assessori per reati a vario titolo di abuso d’ufficio e abuso edilizio, oltre che per l’assenza delle necessarie opere di urbanizzazione, un altro punto che è stato molto attaccato dalle difese.

L’impianto accusatorio punta a dimostrare i presunti favori elargiti dal governo cittadino ad un gruppo di imprenditori, alcuni dei quali parenti, amici o legati politicamente agli amministratori. La maxi udienza davanti al gup Giovanna Pacifico si è chiusa ieri dopo un primo troncone chiuso dalla richiesta di giudizio immediato avanzata da alcuni imprenditori e una nuova perizia finale sull’intera area lottizzata, con la memoria difensiva presentata dall’ex capo dell’ufficio tecnico, ingegnere Bonaventura Tramontano: l’ex caposettore comunale avrebbe sollecitato un nuovo piano per l’area industriale, opposto a quello che invece era stato scelto dalla giunta Gambino.

L’intera area industriale compresa tra via Mangioni, via Zeccagnuolo e via Fiuminale allora bloccata, resta dunque sospesa dall’incubo confisca, già in arrivo per l’unico indagato che ha scelto il rito abbreviato, Antonio Califano: per lui il giudice dell’udienza preliminare ha disposto il “non luogo a procedere” per intervenuta prescrizione dei reati, con l’udienza del processo che è stato fissata per il prossimo 17 aprile davanti al primo collegio per gli altri 48 nel procedimento per la lottizzazione delle aree Pip e Pua a Pagani.

Alfonso T. Guerritore

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