GUERRA ALLA CAMORRA

Pagani, i clan “federati” dietro la fuga di Confessore

Le indagini della Mobile sulla latitanza del leader dei Fezza-De Vivo. L’intesa coi napoletani

PAGANI - Dove si è nascosto per circa nove mesi Vincenzo Confessore? È la domanda alla quale sta lavorando la Squadra mobile di Salerno, dopo averlo catturato venerdì sera a Napoli, interrompendo una latitanza che durava dal 2 dicembre scorso, quando sfuggì all’arresto nel blitz della Dda contro il clan Fezza-De Vivo.

Gli agenti del vicequestore Gianni Di Palma stanno lavorando per individuare i luoghi dove il 45enne paganese si è nascosto, ma pure per comprendere quali accordi possono essere stati stipulati per garantire la sua fuga, con l’appoggio di criminali fuori dall’Agro nocerino. Un’indagine che deve andare più in profondità e che potrebbe portare scoprire molto di più. Non c’è solo, quindi da comprendere come il latitante Confessore e la moglie siano riusciti ad andare a cena, venerdì sera, da “Ciro a Mergellina”, serata conclusa con la sua cattura, ma chi ha appoggiato la latitanza. E quali rapporti siano stati stretti tra le organizzazioni criminali del Napoletano e del Salernitano.

(sdn)

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