IL CASO

Pagani, fondi antiracket: no a Buonora

Lo Stato non può aiutarlo: ferme le indagini sull’incendio che a novembre devastò il suo negozio

PAGANI - Nessuno spiraglio di luce per il commerciante paganese vittima di racket. Massimo Buonora, che a novembre subì l'incendio del suo negozio di elettrodomestici, al momento non avrà nessun risarcimento. Motivo? Le indagini coordinate dai magistrati della Procura della Repubblica di Nocera Inferiore sono tecnicamente ferme. «Ho sentito in questi giorni il commerciante Massimo Buonora - ha affermato Davide Baldi , delegato provinciale della Confesercenti e referente nella città liguorina il quale mi ha riferito che ha avuto modo di parlare ultimamente con il presidente dell'associazione antiracket. Purtroppo, non gli ha dato buone notizie. Le indagini relative all'incendio del suo negozio ancora non si sono concluse e quindi si vanno ad allungare i tempi per accedere ai fondi destinati a questi imprenditori che hanno ricevuto danni, come nel caso di Massimo Buonora.

Con indagini in corso bisogna aspettare. Noi ovviamente come Confesercenti saremo vicini a Massimo Buonora e a tutti i commercianti della città di Pagani». Una doccia fredda per il negoziante di via Verdi, che con tanti sacrifici porta avanti l'attività commerciale ereditata dal padre, i danni che ha subito il suo negozio sono stati ingenti e sperava nell'utilizzo di questi fondi destinati alle vittime di racket, ma se le indagini non ufficializzeranno che l'attività commerciale di proprietà di Buonora è stata vittima di estorsioni, lo stesso non potrà avere tali finanziamenti.

Nonostante l'atto intimidatorio, il negoziante paganese ha riaperto la sua attività che si occupa di vendita di elettrodomestici e ogni giorno lavora a Pagani, città che non ha voluto abbandonare, con il trasferimento della sua attività in una delle città confinanti. Il suo negozio, d’altronde, uno dei punti vendita storici che tiene aperti ancora i battenti in città, anche all'indomani delle innumerevoli difficoltà incontrate dall'imprenditore dopo l'incendio che ha distrutto tutta la merce presente nei locali per un valore di circa 300mila euro. Il danno avuto in seguito a quell'atto intimidatorio ha portato Massimo Buonora e la sua famiglia in una situazione economica alquanto delicata e tanti sono stati i sacrifici fatti per poter nuovamente aprire le porte dell'attività commerciale di via Verdi.

Subito dopo l'atto intimidatorio, Massimo Buonora si era sentito abbandonato da tutti, poi ha avuto la vicinanza di cittadini, politici, associazioni e forze dell'ordine. Oggi più che mai, l'attività commerciale di via Verdi, in questo periodo di emergenza nazionale, sta affrontando disagi e problemi di natura economica. I riflettori per la vicenda che ha visto protagonista Massimo Buonora non si abbasseranno ed anche la Confesercenti proviciale e cittadina saranno sempre vigili in qualsiasi momento di difficoltà degli imprenditori della comunità liguorina.

Rosanna Marrazzo