IL BLITZ ANTIMAFIA

Pagani, da neomelodico a delfino del boss: Zuccherino, il capo

Il giovane ai vertici perché figliastro di Rosario “o’ minorenne”

 

PAGANI - Un segnale forte per attestare il controllo sul territorio di Poggiomarino: il raid al bar di Giuseppe Giuliano Giugliano. Ed è lo stesso destinatario dell’episodio - avvenuto l’11 marzo 2017, con una “stesa” armata di notte - a prendere atto dell’ordine, secondo lui partito direttamente «dal paganese», cioè da Alfonso Manzella, noto negli ambienti dei cantanti neomelodici come “Zuccherino”. Sarebbe lui il mandante diretto, dell’episodio consumato da Giovanni Orefice e Giuseppe Nappo. Dalle immagini nei video, lo stesso figlio del boss rivale, Antonio Giugliano, “Savariello”, nota una Citroen C3, una Lancia Y e una moto Honda SH.

A quel punto, l’obiettivo è un incontro chiarificatore con Manzella, ”Zuccherino”, il quale a sua volta è a pieno titolo investito dal ruolo di reggente sul territorio, per disposizioni del patrigno Rosario Giugliano, “O’minorenne”, compagno della madre del giovane paganese, Teresa Caputo. Ma, nonostante ciò, Giuseppe Giugliano riceveva dal padre, nel corso di un colloquio, la linea da tenere: «Dobbiamo stare bene con tutti». Nappo e Orefice, intercettati, parlano di una pistola ricevuta da Manzella per la “stesa” al bar: «Ce l’ha data per far sparare, loro a quella cosa ci tengono assai e ce l’hanno data in mano a noi, perché ci ritengono della famiglia». Il battesimo del fuoco, così come rimesso insieme dagli investigatori, doveva mostrare un chiaro segno di prevalenza sul territorio.

Alfonso T. Guerritore

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