Pagani, caso Fondazione Indaga anche la Regione

I controlli sulle recenti modifiche dello statuto della “Carminiello ad Arco” Il Comune escluso dalle nomine nel Cda: «Un bene pubblico espropriato»

PAGANI. Si infittiscono le indagini sulla Fondazione “Carminello ad Arco” tanto da scomodare anche i vertici della Regione Campania che, stando ad indiscrezioni provenienti da Palazzo San Carlo, si sarebbero attivati per far luce sulla vicenda.

Il caso della “Carminello ad Arco”, denunciato dall’esponente cittadino dell’IdV, Alfonso Giorgio, e dall’ex consigliere comunale Antonio Zito, aveva insospettito la terna commissariale che si era concentrata su alcune modifiche attuate nel maggio scorso allo statuto della fondazione. Queste modifiche, su cui adesso starebbero lavorando anche i dirigenti regionali, potrebbero essere state apportate per garantire ai membri del consiglio d’amministrazione un rientro economico tramite il gettone di presenza, ma non solo. Oltre alle modifiche relative alla retribuzione, ancora da verificare, ci sarebbero anche altre modifiche ad interessare particolarmente i rappresentanti dell’ente che stanno passando al setaccio i documenti relativi alla Fondazione della struttura religiosa paganese di via Matteotti.

A destare particolare attenzione ci sarebbe una modifica apportata allo statuto che dovrebbe esautorare totalmente il comune di Pagani dal nominare i membri del Cda provocando di fatto, qualora dovesse essere confermata questa indiscrezione, una sorta di espropriazione. E proprio su questo aspetto starebbero lavorando i vertici commissariali del comune, cercando di ristabilire la posizione originale dell’ente all’interno del cda modificata attraverso decreto nello scorso mese di maggio.

Sulla vicenda tornano a farsi sentire l’esponente cittadino dell’Idv Giorgio e l’ex consigliere Zito, i quali avevano già denunciato le modifiche apportate allo statuto della Fondazione “Carminello ad Arco” alcune settimane fa. «Noi non ci crediamo, ma se fosse vero, anche in questo caso si deve ringraziare Alberico Gambino ed i componenti da lui individuati che avrebbero messo in atto una volgare operazione di espropriazione di un bene della collettività diventando di fatto proprietari a vita di un enorme patrimonio immobiliare e terriero». Oltre all’ex sindaco, Giorgio e Zito puntano il dito contro alcuni membri del Cda della Fondazione, ed in particolare contro il presidente, don Flaviano Calenda, e Vincenzo Violante, ex assessore proprio della giunta Gambino. “Ci appelliamo alla commissione straordinaria affinchè possa prendere i dovuti provvedimenti per ridare al Comune le prerogative contenute nello Statuto originale del “Carminello” e sanare questa azione ignobile, cacciando chi ha tentato di impossessarsi di un patrimonio pubblico», conclude Giorgio.

Aldo Padovano

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