LA PROTESTA

Pagani, annessioni e veleni: «Noi siamo di Sant’Egidio»

Sit-in in piazza contro l’accelerata di De Prisco sui confini riconosciuti dai giudici

SANT’EGIDIO DEL MONTE ALBINO  - «Io sono di Sant’Egidio, Sant’Egidio è la mia città». I cittadini dell’area contestata tra Pagani e Sant’Egidio del Monte Albino scendono in piazza De Ruggiero per esclamare la propria appartenenza, fuori da ogni discussione giudiziaria o amministrativa. Nello spazio nella zona di Orta Loreto il comitato “Restiamo a Sant’Egidio” nella mattina di ieri ha dato vita ad un momento di mobilitazione sul famoso contenzioso con il vicino Comune di Pagani.

La città liguorina ha infatti ufficialmente sotto il proprio governo l’area: effetto dell’ultima decisione del Consiglio di Stato, con l’iter d’annessione che adesso accelera. A sentire le voci dei tanti residenti presenti, più di 200 in un’area che ne tocca più o meno 1.500, la situazione rappresenta uno sradicamento di un pezzo di popolazione dalla propria realtà, quella di Sant’Egidio del Monte Albino. «Mio padre è santegidiese, io sono santegidiese, mio figlio è nato a Sant’Egidio», spiega una mamma tra la platea di partecipanti. È la testimonianza principe di un rapporto forte di tante famiglie, che hanno investito in un territorio inserito in un determinato tessuto sociale ed economico.

Paura plausibile che del resto è evidenziata anche dalla stessa politica locale presente. Archiviato il rifiuto del sindaco di Pagani Lello De Prisco all’invito alla partecipazione, in prima linea era invece presente l’amministrazione santegidiese, a partire dal sindaco Antonio La Mura e dal consigliere regionale ed ex primo cittadino Nunzio Carpentieri.

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