IL FATTO

Pagani, «Alleanza tra cosche per comandare»

La Dia analizza il “sistema” nell’ultima relazione: i Fezza D’Auria Petrosino resistono grazie alla collaborazione con altri clan

PAGANI - «Una sequenza di atti intimidatori ai danni di imprese commerciali sintomatici di una pressione criminale forte, legata all’egemonia del sodalizio Fezza-D’Auria- Petrosino , il quale resiste alle attività di contrasto e alle collaborazioni in quanto forte di una fitta rete con clan campani, potendo contare su ingenti risorse economiche e militari che ne hanno permesso l’infiltrazione nel mondo politico-imprenditoriale locale». Poche righe sono sufficienti alla relazione semestrale Dia per descrivere il controllo territoriale su Pagani da parte delle cosche, per ratificare nero su bianco il comando criminale, le attività illecite e in particolare, per quanto sia solo l’aspetto più superficiale, il sistema del traffico di droga. Le operazioni antimafia dell’ottobre 2020 sulla base di armi e droga in via Garibaldi, le connessioni con attività criminali a Nocera Inferiore e Salerno dove spuntano corrieri e trafficanti paganesi, fino ad arrivare all’ultima operazione “Delizia” di venti giorni fa circa. Alla conta si aggiunge un blitz del 5 novembre 2020 eseguito dalla Guardia di Finanza, ribattezzato “Smart Truck” contro un traffico di droga sull’asse Sicilia-Campania, con epicentro al mercato ortofrutticolo di Pagani.

La stagione delle bombe, invece, riguarda l’autunno scorso, quando un ordigno esplose all’ingresso di un imprenditore della grande distribuzione, seguito dall’incendio ad un mezzo del Cash Gambardella e da un incendio ad un esercizio commerciale in periferia. La Procura di Salerno individua l’attuale assetto criminale paganese come un gruppo che dal binomio Fezza-D’Auria Petrosino amplia al ruolo delle famiglie De Vivo e Confessore , insieme o separatamente a dirigere le sorti della criminalità locale negli ultimi 15 giorni. «Rispetto al gruppo egemone, i D’Auria Petrosino sembrano essere soccombenti - si legge nella relazione - e non appaiono inseriti nelle progettualità criminali paganesi, in coincidenza col mutamento di equilibri familiari. Il fenomeno criminale territoriale qui s’insedia nel centro storico, nel quartiere Lamia lungo via Matteotti, ma disloca le sue attività in altre forme e punti di riferimento ».

Va registrata, oltre il limite temporale del secondo semestre 2020 preso a riferimento dalla relazione, l’approfondimento del fenomeno camorristico con il gruppo Giugliano, legato a Rosario Giugliano alias ’o minorenne , che tiene insieme Alfonso “Zuccherino” Manzella - protagonista di un tentato omicidio contro l’imprenditore angrese Domenico Chiavazzo - , altri paganesi e personaggi dell’area di Poggiomarino. Tutto questo è il “sistema”, che non esclude la regia sovraordinata, al momento non inquadrata: dopo la sentenza Ametista contro i Contaldo , giuridicamente, dal 1996, non esiste ufficialmente un clan paganese.

Alfonso T. Guerritore