Padula, indagati politici e tecnici

Abuso d’ufficio e falso: dodici nei guai, c’è anche il sindaco Paolo Imparato

PADULA. Abuso di ufficio e falso ideologico. Sono questi i reati per i quali sono indagate a vario titolo dieci persone da parte della Procura della Repubblica presso il tribunale di Lagonegro. L’attività investigativa ha coinvolto l’ex giunta comunale della Città della Certosa e nello specifico, l’attuale primo cittadino Paolo Imparato, che all’epoca era vicesindaco, l’ex sindaco Giovanni Alliegro e Michela Cimino e Vincenzo Polito, che all’epoca dei fatti ricoprivano il ruolo di assessori. Oltre ai quattro amministratori comunali sono stati iscritti nel registro degli indagati anche il progettista di un’opera edile realizzata da un privato, il titolare di una nota attività commerciale di abbigliamento ed alcuni tecnici.

L’indagine della Procura di Lagonegro ha preso il via in seguito ad un esposto denuncia di un cittadino di Padula che ha chiesto di fare luce sull’iter seguito da parte dell’amministrazione per la realizzazione e l’ampliamento di alcuni stabili adibiti all’utilizzo per attività commerciale ed alla procedura seguita dal Suap (lo sportello unico attività produttive). Secondo quanto scritto nella denuncia sarebbero stati seguiti degli iter diversificati per il rilascio delle autorizzazioni. Iter che invece – sempre secondo il denunciante - avrebbero dovuto essere uguali. L’attività investigativa ha preso il via nel 2011 ed ha portato all’acquisizione di documenti di varia natura. Qualche giorno fa i carabinieri hanno provveduto su disposizione della magistratura al sequestro preventivo di una nota attività di commercio di abbigliamento di Padula e alla notifica dell’avviso di conclusione delle indagini alle dieci persone iscritte nel registro degli indagati.

«Ho massima fiducia nell’operato della magistratura – ha dichiarato il sindaco Paolo Imparato - e sono certo che tutto si chiarirà. Inoltre esprimo solidarietà all’azienda oggetto di sequestro che, per la farraginosa burocrazia del nostro paese, paga le conseguenze di una ipotetica non applicazione delle norme urbanistiche».

Uno degli avvocati, Renivaldo Lagreca, ha invece detto: «Si tratta di un procedimento con due filoni di indagine: un’ipotesi di violazione edilizia connessa a, supposta, non regolarità del procedimento amministrativo relativo al rilascio di un permesso in variante puntuale; e il caso inverso di omessa concessione di un permesso a costruire».

Intanto i proprietari dell’azienda hanno fatto ricorso al Riesame per chiedere il dissequestro dei locali.

Erminio Cioffi

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