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Padre Maurizio saluta tutti «Un dispiacere: Villa Malta»

SARNO. Dopo quasi 40 anni, padre Maurizio Albano conclude il suo servizio religioso presso l’ospedale. Il francescano, suo malgrado, è diventato il simbolo della lotta per riavere una struttura...

SARNO. Dopo quasi 40 anni, padre Maurizio Albano conclude il suo servizio religioso presso l’ospedale. Il francescano, suo malgrado, è diventato il simbolo della lotta per riavere una struttura sanitaria a Sarno, dopo la frana. Dal 1975, padre Maurizio ha assistito i malati e il personale e non è potuto restare inerte quando vi era il rischio che la città fosse stata privata del nosocomio.

«Dopo la frana, volevano farci andare a Nocera - racconta il frate - e ci proposero di chiamare un padiglione di quell’ospedale come il nostro. Con caparbietà, lo impedimmo perché ottenemmo un contributo regionale che ci permise, quanto meno, di adattare la ex filanda». Evitato il trasloco definitivo, cominciò la battaglia per avere il nuovo edificio, con la guida del comitato: «Ho perso il conto degli incontri che abbiamo avuto tra Napoli e Roma. Tanti sacrifici, manifestazioni di tanta gente. Ricordo che il ministro Bindi ci mise a disposizione un funzionario per seguire da vicino la questione. Poi, grazie all’impegno del comitato, dei sindacati e della classe politica, oggi, abbiamo una struttura dignitosa».

Padre Maurizio continua: «Andando via, di questa lotta fatta mi resta solo un rammarico: non aver visto ricostruito anche il vecchio Villa Malta».

In questo suo cammino, il frate ha avuto rapporti anche con le istituzioni: «Con le istituzioni, anche locali, sono sempre andato d’accordo e abbiamo camminato insieme nella battaglia per l’edificazione del “Martiri del Villa Malta”. Solo negli ultimi anni, devo registrare uno scollamento con il sindaco Mancusi proprio sul recupero del vecchio ospedale. Non ha capito che il mio non era un discorso politico, ma solo una richiesta di un maggiore impegno sulla questione. Sono stato frainteso, mi auguro che, anche senza di me, lo stabile sia ripristinato».

Padre Maurizio ringrazia tutti quelli che lo hanno sempre circondato di stima, con una precisazione: «Sul mio addio, mi ha rammaricato il silenzio della comunità diocesana».

Gaetano Ferrentino

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