IL CASO

Pace tra Pellegrino e la CgilAccordo dopo la lettera di insulti

Mediazione della Provincia tra l'imprenditore titolare di Pecoplast e i sindacalisti. Si chiude la vertenza sulla premialità ai dipendenti

Tregua tra la Cgil e Rosario Pellegrino, l’imprenditore della Pecoplast che nei giorni scorsi aveva apostrofato il sindacato con una lettera di insulti. Ieri la vertenza tra azienda e sindacati si è chiusa nella sede dell’Ufficio provinciale dei servizi per l’impiego, davanti all’assessore provinciale al lavoro Massimo Cariello.
Nel verbale conclusivo dell’incontro si legge che Pellegrino «ringrazia l’assessore e coglie l’occasione del tavolo per porgere le proprie scuse personali per i toni utilizzati» verso la Cgil e, in particolare, verso il segretario della Filcem Giovanni Berritto. Si chiude così il capitolo più violento dello scontro sindacale, anche se il segretario della Cgil, Franco Tavella, ribadisce che l’organizzazione resterà vigile su quanto avviene in fabbrica.«La vicenda per me è relativamente chiusa - commenta Tavella - Per me è importante che si paghino i lavoratori, che il contratto venga applicato e che le condizioni all’interno dello stabilimento siano accettabili».Più che una pace sembra una tregua. Che per il momento porta in dote la chiusura della vertenza sulle premialità ai dipendenti. Dal verbale risulta l’accoglimento delle richieste sindacali e il riconoscimento, «ai dipendenti che rientrano nei parametri», di quanto previsto dall’accordo sulle premialità aziendali. Pellegrino ha però ricordato di avere invocato anche strumenti di disincentivo (cioè penalità sullo stipendio) per limitare il ricorso al congedo per malattia. «In azienda - ha detto - esiste il novanta per cento di lavoratori che lavora costantemente e un dieci per cento che invece ha, sistematicamente, necessità di fare ricorso alla malattia», danneggiando la produttività dell’azienda.«Il sindacato non può accettare meccanismi di penalità per malattia - gli replica Tavella - Se sospetta che vi sia un assenteismo, lo dimostri e avrà anche la nostra sponda per perseguire il fenomeno».
Intanto l’incontro di ieri rimette la vertenza sui binari della normale dialettica sindacale.Soddisfatto l’assessore provinciale Cariello, che in una nota sottolinea la valenza delle scuse di Pellegrino e l’apprezzamento del sindacalista Berritto «per le scuse rivoltegli e per la sollecitudine e la disponibilità dell’assessorato».«Le corrette relazioni sindacali - aggiunge Cariello - non possono prescindere dal rispetto reciproco dei ruoli».Superati i toni forti degli ultimi giorni, resta però un rapporto teso tra imprenditore e lavoratori.Sin dall’inizio Pellegrino ha rimarcato che, al di là della contestabile terminologia utilizzata, restava invariata la sua posizione estremamente critica nei confronti del sindacato. «Sarò stato volgare, ma non sono impazzito» ha detto.Rivendicando «il coraggio di dire le cose che tutti pensano ma che nessuno ha il coraggio di dire, usando termini troppo forti». Una scelta che gli è costata la fuoriuscita da Confindustria Salerno, dove ricopriva il ruolo di vicepresidente con delega al settore della plastica. A prendere l’iniziativa è stato il presidente dell’organismo, Agostino Gallozzi, che ha emanato un provvedimento di censura e promosso l’espulsione "per indegnità". Pellegrino ha preceduto la conclusione dell’iter, dimettendosi dall’associazione.