Overdose fatale a un 36enne Inchiesta chiusa, c’è un indagato

Giffoni Valle Piana, arriva la svolta a quindici mesi di distanza dalla tragica fine di Silvio Rinaldi Per gli investigatori fu il 29enne Francesco Cataldo a fornirgli l’eroina “sporca” che lo uccise

GIFFONI VALLE PIANA. Ad uccidere Silvio Rinaldi fu una dose “sporca” di eroina. A questa conclusione è giunta l’inchiesta della procura di Salerno. E c’è anche un indagato per quella morte di overdose: è Francesco Cataldo, 29 anni, di Giffoni Valle Piana, giovane già noto alle forze dell’ordine. Nei giorni scorsi, Cataldo è stato raggiunto da un avviso di conclusione delle indagini. Per il pm, il decesso di Rinaldi è un caso di morte come conseguenza di altro delitto: lo spaccio. Cataldo, infatti, è indagato anche di detenzione e spaccio di stupefacenti. Fu lui, sostiene la procura, a cedere la dose killer.

Era il 18 aprile dello scorso anno quando in via Perugia, nel rione Vignadonica di Giffoni Valle Piana, non lontano dalla Comune, intorno alle 6.30, fu trovato da un passante il corpo senza vita di Silvio Rinaldi. Furono allertati i carabinieri della locale stazione, diretta dal luogotenente Giuseppe Voria, e i colleghi della compagnia di Battipaglia. Il giovane deceduto era conosciuto come assuntore di sostanze stupefacenti e le indagini della magistratura furono indirizzate in quella direzione, in particolare sul giro di droga e sui pusher che operavano sulla piazza giffonese. Quella notte Rinaldi stava facendo rientro a casa. La famiglia abita a pochi isolati dal luogo del ritrovamento del cadavere. La morte, secondo il medico legale, risaliva intorno alle 2 del mattino. Solo quattro ore e mezzo dopo Silvio Rinaldi fu trovato privo di vita, quando ormai era inutile la macchina dei soccorsi. Subito dopo il ritrovamento, s’ipotizzò che Rinaldi avesse potuto assumere stupefacente, segnatamente eroina. Una dose che avrebbe provocato il malore e impedito al giovane anche di chiedere aiuto. Forse il 36enne sperava di raggiungere casa per farsi aiutare, ma non riuscì mai a raggiungerla. I carabinieri intensificarono le indagini sul giro dello spaccio locale, individuando in Francesco Cataldo uno dei punti di riferimento dei consumatori di droghe del paese. In particolare, gli investigatori hanno raccolto indizi a carico del 29enne che lo indicano quale fulcro di un’organizzazione dedita allo spaccio, attiva prima e dopo la tragedia di Rinaldi. Secondo le indagini di carabinieri e procura di Salerno fu proprio Cataldo a cedere quella sera una quantità imprecisata di eroina alla vittima. Cessione che sarebbe alla base del decesso. L'indagato ora ha venti giorni per fornire proprie controdeduzioni ed essere ascoltato dal pm. Poi, il magistrato potrà chiedere il rinvio a giudizio al gip e imputarlo per la morte di Rinaldi.

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