Overdose di farmaci, Aliberti in ospedale 

L’ex sindaco di Scafati, ai domiciliari a Roccaraso, ricoverato venerdì notte: aveva assunto un’eccessiva quantità di ansiolitici

SCAFATI. Troppi antidepressivi assunti nelle ultime settimane hanno costretto l’ex sindaco di Scafati al ricovero all’ospedale “San Salvatore” dell’Aquila per un malore improvviso. L’esponente politico di Forza Italia, agli arresti domiciliari a Roccaraso nell’ambito dell’inchiesta antimafia denominata “Sarastra”, venerdì scorso ha allertato i volontari del soccorso del 118 per via di una crisi che ha preoccupato anche i genitori del 47enne ex primo cittadino, gli unici a essere autorizzati dalla magistratura a poter vivere con lui nella nota località abruzzese. Immediato è stato il trasporto al pronto soccorso del “San Salvatore”, dove i medici hanno poi deciso per il suo ricovero nel reparto di Psichiatria. Qui Aliberti è stato sedato e curato per quasi due giorni, prima che firmasse i documenti per le dimissioni volontarie dal presidio ospedaliero.
Il malore. A confermare la notizia è stato l’avvocato Silverio Sica, uno dei legali dell’ex sindaco di Scafati. Nessuna dichiarazione ufficiale, invece, è trapelata dagli ambienti familiari dell’ex amministratore comunale. «Chiariamo che si è trattato di un semplice malore, causato dall’acquisizione degli antidepressivi che il dottore Aliberti assume regolarmente secondo una specifica terapia medica – ha precisato l’avvocato Sica – Nessun abuso, ma certamente questi medicinali comportano, a lungo andare, delle controindicazioni che il fisico purtroppo subisce. Aliberti ha firmato volontariamente per essere dimesso e tornare a Roccaraso, dove si trova attualmente. La presenza nel reparto di Psichiatria certamente non avrebbe accelerato la sua guarigione».
L’udienza preliminare. L’ex sindaco, dunque, prenderà regolarmente parte all’udienza preliminare in programma giovedì prossimo nell’aula bunker del carcere di Fuorni, dove si deciderà sul suo eventuale rinvio a giudizio in merito all’inchiesta condotta dalla Direzione distrettuale antimafia. In quell’occasione, il collegio difensivo di Aliberti potrebbe presentare una richiesta di scarcerazione viste le sue condizioni di salute peggiorate lo scorso fine settimana. Tuttavia, l’avvocato Sica non conferma questa ipotesi. «Non credo che faremo qualcosa, poiché di quanto accaduto ne sono informati tutti: Procura e giudice dell’udienza preliminare. Riponiamo massima fiducia nelle loro decisioni. Magari sarebbe consona una struttura medica più vicina a casa sua – aggiunge il legale dell’ex sindaco –, tale da potergli consentire di essere curato adeguatamente. Una situazione migliore, magari riuscendo anche a vedere i figli e la moglie che ora, per una decisione che non condivido, non può incontrare».
L’allarme per la salute. Silverio Sica, insieme ai legali Agostino De Caro, Giovanni Aricò e Antonio D’Amaro, da tempo ha sollevato la questione relativa alle condizioni di salute di Pasquale Aliberti, diventate preoccupanti dopo la decisione della Cassazione di accogliere la misura cautelare in carcere chiesta dall’Antimafia. «Quasi un anno fa, un consulente della Procura attesta una depressione di medio livello per l’ex sindaco di Scafati – ha spiegato l’avvocato salernitano – La situazione si è aggravata con l’ingresso in carcere e sicuramente non sta migliorando attraverso gli arresti domiciliari fuori regione. Aliberti si trova su una montagna sperduta, talvolta senza nemmeno poter contare sulla presenza dei genitori e, quindi, si trova solo. Inoltre, le condizioni di salute della madre dell’ex sindaco le abbiamo più volte rese note a chi di dovere. Tuttavia, siamo qui a dire sempre le stesse cose». Giovedì, dunque, il giudice Emiliana Ascoli potrebbe tener conto di quanto accaduto. Ovviamente se lo augurano i legali del politico. «Ha dimostrato di essere una persona indipendente e molto umana – ha rimarcato Sica –. Ci auguriamo il meglio per il nostro assistito. Personalmente, non l’ho sentito. Spero che stia bene».
La Procura antimafia di Salerno, dal canto suo, farà leva sulla consulenza medica di quasi un anno fa, quando Pasquale Aliberti è stato dichiarato compatibile con il regime carcerario e, dunque, idoneo anche a poter sostenere la misura degli arresti domiciliari. Tuttavia, questa consulenza potrebbe essere ribaltata dagli ultimi referti dei medici del “San Salvatore” dell’Aquila che attestano le attuali condizioni di salute dell’ex sindaco, indagato con l’accusa di voto di scambio politico-mafioso.
Domenico Gramazio
©RIPRODUZIONE RISERVATA.