ospedale

«Ostetricia e ginecologia non si toccano»

Vastola contro la proposta di Minervini: «Il Consiglio è sovrano, lui stia al suo posto»

Il dibattito sul futuro dell’ospedale di Eboli i tiene banco nella politica ebolitana: l’Udc bacchetta il direttore sanitario Minervini: È è molto strano che dopo un deliberato del consiglio comunale, un funzionario dell’ospedale invii delle proposte organizzative al direttore Squillante – precisa il consigliere Mauro Vastola – una volta che l’assise cittadina si è espressa deliberando che nessun reparto venga chiuso, nessuno può dare consigli entrando nel dibattito, tantomeno un funzionario commissariato in alcune funzioni». Secondo i consiglieri dell’Udc, proposte ed indicazioni sulle sorti dell’ospedale possono e devono essere date dalla politica: «con la chiusura di ginecologia non ci saranno più nascite ad Eboli. I miei figli sono nati qui ed io ne sono orgoglioso – continua Vastola - se qualche funzionario pensa di sistemare le cose proprie ribadiamo che la delibera è sacra, non va toccata e non vanno proposte modifiche da un dipendente pubblico inquinando, così, il dibattito politico».

Se l’Udc difende il lavoro del consiglio comunale, i Liberi e Riformisti lo bocciano definendo la proposta deliberata come un atto di rinuncia all’Ospedale Unico: «una parte della destra locale e la sinistra istituzionale si sono accordati per spartirsi qualche incarico mettendo in scena una rappresentazione degna del miglior teatrino della politica – scrivono - altro che specializzazioni dei reparti e soppressione dei doppioni, qui si gioca al ribasso rinunciando di fatto all’Ospedale Unico della valle del Sele e condannando i cittadini di circa 60 comuni ad emigrare per ogni necessità».

Anche per i consiglieri contiani, però, la chiusura dei reparti di ginecologia ed ostetricia, programmati per l’inizio di gennaio, sarebbe diventata oggetto di baratto politico di Melchionda: «il sindaco ha macchinato in danno del Consiglio comunale per chiudere alcuni reparti dell’Ospedale di Eboli, tra cui ginecologia ed ostetricia, a vantaggio della vicina Battipaglia», accusano i riformisti.(a.t.)