SANITA'

«Ospedale unico? Uno sperpero»

La protesta per i presidi dimezzati: «Spendono 65 milioni in Costiera e si dimenticano di noi»

RAVELLO - «Ok al nuovo ospedale, ma la rete dell’emergenza non può dimenticare i presidi territoriali ». Un coro pressoché unanime, quello di amministratori, addetti ai lavori ed esponenti delle sigle sindacali che in questi anni hanno detto no al depotenziamento della sanità. Il progetto da 65 milioni per l’ospedale unico di Costiera Amalfitana e Penisola Sorrentina, che ha compiuto un passo in avanti nei giorni scorsi, con la pubblicazione del bando, è destinato a rivoluzionare, dal punto di vista dei servizi, un comprensorio a forte vocazione turistica.

A pochi passi dal presidio ospedaliero “Costa d’Amalfi”, a Castiglione di Ravello: c’è chi teme la chiusura del presidio ospedaliero salernitano, ma proprio ieri il commissario dell’azienda ospedaliera “Ruggi d’Aragona”, Vincenzo D’Amato , ha fatto sapere che la struttura non si tocca. Ma la vera questione da affrontare, per Giovanni Basile (già coordinatore della Lega e presidente del comitato pro ospedale di Agropoli) è la revisione della rete assistenziale: «Il problema degli accorpamenti nasce quando comporta lo spegnimento di presidi territoriali. In America hanno elicotteri per i politraumatizzati, qui abbiamo una rete stradale fatiscente, persone che hanno bisogno e restano per strada. Un progetto simile a quello della Costiera è l’ospedale unico della Valle del Sele, rimasto solo su carta. Quando i turisti vengono in vacanza, chiedono conto della qualità dei servizi». Di sanità da riorganizzare con intelligenza parla anche Mino Pignata , sindaco di Oliveto Citra: «Niente guerre tra poveri, ma come la Costiera, anche la zona di Contursi è a forte vocazione turistica per via delle terme.

Gli ospedali devono essere complementari tra loro garantendo ai territori un pronto soccorso attivo. Bisogna potenziare le periferie che sono state spesso dimenticate ». Sul fronte Agro, Brigida Marra , che da ex consigliera comunale di Scafati visse in prima persona la vicenda della soppressione del pronto soccorso dello “Scarlato”, denuncia errori a monte sull’interpretazione del decreto 49. «Il provvedimento demandava all’Asl il diritto di redigere il piano aziendale e decidere se Scafati andasse chiuso. Il commissario Bortoletti, che non aveva conoscenza dello stato dei luoghi, avallò il progetto di chiusura in violazione dell’atto interno dell’Asl. Si sarebbe dovuto quantomeno potenziare il presidio di Nocera. Sono d’accordo con la creazione di un polo di eccellenza, ma qui abbiamo una rete dell’emergenza che non tutela l’incolumità. Basti pensare alle ambulanze che sono costrette a spostarsi da Scafati a Sarno, su strade dissestate ».

Girolamo Auricchio , già primo cittadino di Roccadaspide e promotore di una battaglia per salvare il locale nosocomio, ritiene che il controsenso non sia rappresentato dall’ospedale unico in Costiera, ma da quello mai nato tra Eboli e Battipaglia: «In Costiera c’erano ospedali a pochi chilometri di distanza con reparti simili, l’accorpamento è giusto. Ma perché non farlo anche nella Piana del Sele, dove abbiamo due doppioni? Non possiamo avere branche specialistiche e una redistribuzione che favorisca Roccadaspide o Agropoli. La nostra è una popolazione anziana e la viabilità nella Valle del Calore non è neanche da terzo mondo. Molti non si curano perché sono soli e a Roccadaspide i posti letto non bastano ». E aggiunge: «A Eboli vogliono ristrutturare e ampliare un’area sulla quale c’è il vincolo della Soprintendenza, un convento che risale al 1300 e che ospita già un presidio, e realizzare a parte le nuove sale operatorie... ».

Non nasconde dubbi sul nuovo presidio Gaetano Biondino , sindacalista Cisl: «Basterebbe rafforzare i servizi di eccellenza in Costiera. Servirebbero ambulanze via mare ed elitrasporto. Il Castiglione di Ravello va bene come punto di primo soccorso, dovrebbe decollare con 20 posti di medicina interna, eppure non viene fatto. Evidentemente la politica preferisce sperperare altri soldi». Infine Lorenzo Latella , segretario “Cittadinanzattiva” di Sapri, che puntualizza: «L’Asl Na3 Sud è quella con meno ospedali, con un’offerta di servizi territoriali e carenza di strutture, quindi il progetto è legittimo. Al contrario della zona Sud di Salerno, dove le strutture ci sono, ma manca un sistema di medicina territoriale e un sistema di emergenza-urgenza che preveda offerte alternative ».

Francesco Ienco