Ospedale sconosciuto al Catasto

Registrata solo la Torre cardiologica. E domani iniziano gli sfratti nel centro storico

«Il plesso ospedaliero del Ruggi d’Aragona fino a qualche mese fa era sconosciuto al Catasto». Sembra una boutade, ma invece la notizia è drammaticamente vera. A renderlo noto, ieri mattina nel corso di una conferenza stampa, è stata lo stesso direttore generale Elvira Lenzi, che non ha esitato a definirsi «basita» di fronte ad una scoperta che ha dell’inverosimile. In pratica, dal 1980 (data dell’inaugurazione della struttura di via San Leonardo) ad oggi, agli uffici del Catasto non risultava registrata alcuna particella relativa agli attuali padiglioni del nosocomio salernitano, fatta eccezione per la Torre Cardiologica. «Quando la inaugurammo ci premurammo di seguire tutto l’iter e lo facemmo celermente anche grazie all’impegno profuso in prima persona dal sindaco De Luca», ha ricordato il primario della Cardiochirurgia Giuseppe Di Benedetto. «Ma di certo ignoravo che il resto dell’Azienda non fosse accatastato - ha continuato - E credo che lo ignorassero in molti». A partire dall’attuale direttore generale che, nell’avviare un banale ma utile monitoraggio dei beni lasciati in eredità al “Ruggi”, è inciampata in una scoperta sconvolgente, che l’ha obbligata ad indire una gara d’appalto affinchè una ditta si occupasse della mappatura catastale. «Hanno già espletato quella relativa ai padiglioni dell’ospedale, poi dovranno procedere con i presìdi annessi ed infine con tutte quelle proprietà, sia appartamenti che terreni, che l’Azienda ha sparse tra Napoli, Giovi ed il centro storico di Salerno città». E con l’obiettivo di fare cassa, si parte subito con una operazione di recupero. «Domani - ha anticipato Lenzi - la polizia municipale di concerto con i servizi sociali eseguirà un decreto di sgombero per morosità». Ad essere sfrattata da un appartamento occupato da anni nel cuore antico della città, sarà la famiglia Panella. Non è la prima volta che i vertici di via San Leonardo tentano di riappropriarsi dell’appartamento e, siccome i precedenti tentativi non sono andati a buon fine, in ausilio dei vigili ci saranno anche i servizi sociali e, se necessario, le forze dell’ordine. «Stiamo rivedendo tutti i contratti di locazione a cui molti da anni non ottemperavano più, che erano scaduti o che venivano tenuti in piedi senza il rispetto delle procedure previste o l’adeguamento dei canoni - ha chiarito il direttore generale - Quanto allo sfratto di domani, questa famiglia non pagava, da anni ormai avrebbe dovuto andare via e sta creando anche problemi al vicinato che ha sollecitato un nostro intervento». Ma sotto questo aspetto, le spine nel fianco non finiscono qui: basti pensare allo stabile pericolante che insiste su Santa Maria de Lama, finito nel mirino delle polemiche degli abitanti del quartiere, costretti a convivere, ormai da anni, con impalcature.

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