Ospedale, la politica si mobilita

Critiche “bipartisan” contro tagli e accorpamenti di reparti decisi dal direttore Squillante

I giorni scorrono inesorabilmente verso il 30 novembre, termine ultimo entro cui il direttore generale dell’Asl di Salerno Antonio Squillante dovrà inviare al governatore regionale Stefano Caldoro, in qualità di commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro sanitario, il progetto per l’accorpamento funzionale degli ospedali inizialmente riuniti nel polo unico della Valle del Sele: Battipaglia, Eboli, Oliveto Citra e Roccadaspide.

La situazione più spinosa sembra quella del “Santa Maria della Speranza” di Battipaglia, che in ogni idea appare depauperato di una serie di funzioni e reparti a vantaggio del nosocomio di Eboli. La sua parte, in negativo, la fa a Battipaglia la politica, nel senso che non essendoci un’amministrazione comunale – ma un commissario straordinario – non siede al tavolo decisivo alcun rappresentante eletto dai cittadini battipagliesi.

Eppure la politica cittadina grida al ridimensionamento del polo battipagliese. Il Pd pensa ai consiglieri regionali di riferimento. Infatti, il segretario cittadino Luca Lascaleia ha comunicato che «incontreremo presto gli operatori del “Santa Maria della Speranza” con i consiglieri regionali del Pd Gianfranco e Antonio Valiante, Anna Petrone e Donato Pica per discutere del piano sanitario, finora oggetto solo di annunci, proclami, idee. Il livello dell’ospedale di Battipaglia deve essere salvaguardato e tutelato rispetto alla sua funzionalità e rispetto ai processi che si stanno avviando per potenziare la struttura sanitario. Finora credo che nessuno ci abbia capito molto sulla questione, se non che si rischia di perdere un ospedale come quello di Battipaglia».

Il commissario cittadino del Pdl ed ex consigliere comunale Carmine Pagano entra nel merito della vicenda: «farò a breve una conferenza stampa per illustrare la mia idea di “accorpamento sostenibile” e non, invece, quello predisposto attualmente, figlio di interessi politici e personali, tali da sfociare nel campanilismo. Non c’è alcun dubbio sul fatto che l’attuale piano di accorpamento ospedaliero sia derivato da interessi politici e personali che avviliscono la struttura battipagliese. Non esiste una logica costruttiva, dal momento che il “Santa Maria della Speranza” già adesso potrebbe contenere i due ospedali. Ogni orientamento diverso depotenzia e mortifica la struttura. Mi auguro che il direttore generale, responsabile di questo eventuale scempio, l’ennesimo per la sanità campana, si tiri fuori al più presto da questi giochetti e dia un segnale forte e chiaro verso una reale e concreta razionalizzazione del fabbisogno dei cittadini. Stiamo preparando una contro proposta che presenteremo al più presto».

L’ex consigliere comunale Ivan Corrado denuncia «la situazione grottesca in cui si sta decidendo di accorpare le funzioni degli ospedali. È una questione che rischia di danneggiare sempre di più le comunità della Piana del Sele e di vedere come unica vittima il paziente». Sulla stessa linea il presidente provinciale e commissario cittadino dell’Udc, Vincenzo Inverso: «l'integrazione funzionale dei quattro presidi ospedalieri impone scelte strategiche non più prorogabili. Sicuramente l'ospedale di Battipaglia dovrà sviluppare quei livelli di eccellenza nell'urgenza/emergenza ed il polo materno infantile mentre ad Eboli sviluppare in modo eccellente la Cardiologia e la Utic Emodinamica».

L’ex presidente del consiglio comunale Ugo Tozzi rivela che «c’è un vuoto amministrativo sui tavoli dove sarà deciso il futuro dell’ospedale di Battipaglia, ma c’era anche prima con l’ex sindaco Giovanni Santomauro che partecipava alle riunioni senza avere piena cognizione delle cose. Occorre mettere dei criteri, stabilire dei paletti perché al di là dello spostamento dei reparti da un ospedale all’altro rischiamo di perdere decine di posti letto».

Francesco Piccolo

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