IL CASO

Ospedale di Salerno, straordinari sospetti: scattano i controlli

La sanificazione affidata ad un solo dipendente: ha lavorato 24 ore al giorno per 3 mesi

SALERNO - Dopo la protesta della Fials sull’erogazione di un numero spropositato di retribuzioni aggiuntive per le ore di lavoro straordinarie assegnate a personale d’ufficio o comunque non sanitario durante l’emergenza Covid all’ospedale “Ruggi d’Aragona” di Salerno, ora anche la Uil Sanità passa all’attacco chiedendo all’Azienda ospedaliera universitaria trasparenza in particolare sulle operazioni di sanificazione effettuate presso il presidio di via San Leonardo. Vengono contestati il numero di ore di lavoro effettuate, la regolarità delle modalità lavorative e il numero del personale impiegato. La Uil chiama in causa l’Ispettorato del lavoro e la Procura. Contattato telefonicamente il dg dell’Azienda, V incenzo D’Amato , sottolinea come «L’Azienda, pur avendo intrapreso specifiche iniziative, sta approfondendo quanto segnalato dalle organizzazioni sindacali, anche al fine di valutare eventuali ulteriori azioni da assumere a tutela degli operatori ». Insomma, i conti non tornano e bisogna capire nel concreto cosa è accaduto e se durante il periodo di emergenza sanitaria c’è chi ne ha approfittato rimpinguando la sua busta paga.

I casi sanificazione e stoccaggio. Nel documento diffuso dal sindacato, il segretario della Uil Sanità, Angelo Rambaldi , afferma che «non sono ancora del tutto chiare le vicende della sanificazione del “Ruggi” di Salerno per l’emergenza Covid- 19». E chiede trasparenza ai vertici dell’amministrazione aziendale. «Più volte abbiamo chiesto chiarimenti riguardo la sanificazione del plesso “Ruggi”, ma abbiamo ricevuto solo risposte vaghe; l’Azienda non ha voluto o non ha potuto rispondere». Sembra, secondo quanto sostiene il sindacato, che «una singola persona si sia occupata dell’intera sanificazione, un dipendente della ditta a cui è affidato l’appalto della pulizia, che addirittura risulta essere in servizio 24 ore su 24, dorme in ospedale da 90 giorni e dice di non vedere la famiglia da allora...». Per la Uil resta irrisolto anche il giallo dei dipendenti interni del servizio di stoccaggio. Ancora non è chiaro i turni che facciano, ma risulta che «per mesi hanno fatto una intera notte di straordinario per poi essere in servizio ordinario il giorno successivo », sottolinea Rambaldi. «Quello che ci chiediamo è se la sanificazione durava tutta la notte, oppure i lavoratori riposavano anche loro all’interno del plesso ospedaliero; e se è stato necessario lasciarli sotto timbratura oppure sarebbe stato più conveniente per tutti attivare delle disponibilità per far fronte alle esigenze del presidio in piena emergenza sanitaria ». Secondo il sindacalista risulta che le maestranze non avessero nemmeno i titoli per effettuare la sanificazione «cosa molto grave che se appurata porta sotto inchiesta chi li ha utilizzati». Secondo le informazioni in suo possesso gli stessi lavoratori risultano «nei mesi scorsi con all’attivo quasi 200 ore di straordinario mensile, cosa impossibile per un essere umano», ribadisce la Uil; una cifra che supera abbondantemente le deroghe concesse in situazioni sia pure eccezionali come il Covid-19. «Parliamo di fondi pubblici - precisa - che potrebbero mancare ad altri lavoratori che non si vedranno riconosciuti una fascia economica a causa di casse sempre più esangui». La Uil Sanità, dunque, chiede all’Ispettorato del Lavoro e alla direzione generale dell’Azienda “Ruggi” di far luce su questi episodi poco chiari e, se occorre, punire i responsabili, che non avrebbero vigilato in modo opportuno. Non solo, la Uil chiede anche «le dimissioni dei responsabili »; e se non ci dovessero essere, chiede all’Azienda «di allontanare i responsabili dai loro incarichi». «Non ci fermeremo », ha concluso Rambaldi ricordando che lavoratori a contatto diretto con i pazienti affetti da Covid-19 rischiavano di infettarsi e non si sono visti riconosciuti dalla Regione nemmeno incentivi minimi. «Se sarà necessario invieremo tutto il fascicolo alla Procura della Repubblica di Salerno».

Marcella Cavaliere