GLI AFFARI DEI CASALESI

“Oro nero”, il carabiniere resta in carcere

Il Riesame respinge il ricorso di Costantino: era la “talpa” della gang. Ai domiciliari Annunziata e i Luisi di Sicignano

POLLA - Resta in carcere il carabiniere di Polla, Giacinto Costantino , l'uomo che, stando a quanto emerso dalle indagini, era la talpa che forniva notizie all'organizzazione criminale sulle attività investigative in corso e sui telefoni che sarebbero stati intercettati. Ieri, i verdetti del Riesame di Potenza sui ricorsi presentati dalle 30 persone colpite da ordinanza di custodia cautelare nell’ambito dell’operazione “Febbre dell’oro nero” condotta della Dda di Potenza. Il Tribunale della libertà ha invece ordinato la scarcerazione e disposto gli arresti domiciliari per tre indagati: Luigi Luisi e Maddalena Luisi , entrambi di Sicignano degli Alburni, difesi dagli avvocati Leopoldo Catena ed Alfonso Amato , il primo operaio della ditta Petrullo e la seconda contabile della stessa azienda. Lascia il carcere per i domiciliari anche un altro impiegato dell’azienda, Raffaele Annunziata , anche lui di Polla difeso dall’avvocato Giovanni Falci . Confermati invece i domiciliari per i fratelli Gino e Antonio De Luca , entrambi dipendenti della ditta Petrullo. Nel caso dei fratelli Luisi il Riesame ha escluso le imputazioni per i reati di falso in registri e notificazioni e falso ideologico commesso dal privato in atto pubblico ed in conseguenza di ciò ha deciso di alleggerire la misura cautelare.

L’operazione della Dda ha consentito di smantellare un’associazione a delinquere finalizzata alla commissione di frodi in materia di accise ed Iva sugli olii minerali, intestazione fittizia di beni e società, riciclaggio, autoriciclaggio e impiego di denaro di provenienza illecita. Grazie alle indagini è stato stroncato il tentativo da parte della famiglia Diana, legata al clan dei Casalesi, di “colonizzare” il Vallo di Diano attraverso un traffico illecito di carburanti che fruttava all’organizzazione criminale un guadagno annuo di circa 30 milioni di euro. Il clan operava nel Diano con il supporto di un imprenditore di Polla, Massimo Petrullo, titolare di una azienda con sede a San Rufo, specializzata nel commercio di carburante tramite la quale venivano vendute ingentissime quantità di carburante per uso agricolo a soggetti che poi lo immettevano sul mercato attraverso le cosiddette 'pompe bianche'. Nella giornata di ieri intanto è stata portata a termine un’altra operazione legata al commercio fraudolento di prodotti petroliferi, in questo caso condotta dalla Procura di Catanzaro. Nell’inchiesta è stato coinvolto il 61enne Antonio Ricci originario di Ottati, ma residente a Montecorvino Pugliano che, stando a quanto emerso dalle indagini, avrebbe consegnato gasolio a destinatari e in siti differenti da quelli indicati nei documenti di accompagnamento semplificati i Das. Ricci, titolare di una società con sede legale a Pontecagnano Faiano per il trasporto dei petroli, ieri mattina è stato raggiunto dalla misura di interdizione per un anno dall'esercizio degli uffici direttivi.

Erminio Cioffi