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Orilia: «Certi accostamenti sono un’offesa per i portatori»

L’annunciato cambiamento di alcune regole per lo svolgimento delle processioni e delle feste patronali, proprio nelle settimane che avevano preceduto le celebrazioni per San Matteo, aveva già creato...

L’annunciato cambiamento di alcune regole per lo svolgimento delle processioni e delle feste patronali, proprio nelle settimane che avevano preceduto le celebrazioni per San Matteo, aveva già creato qualche malumore. Ora la polemica rischia di scoppiare. Il richiamo alla sobrietà aveva infatti già infastidito alcuni componenti delle paranze, che all’epoca avevano sottolineato che alla processione di San Matteo non manchiano certo sacralità e religiosità accanto alla tradizione.

All’indomani della diffusione delle nuove regole qualcuno storce il naso, qualcun altro invece si riserva commenti e giudizi in attesa di una riunione con la propria paranza. È questo il caso dei portatori di San Giuseppe che preferiscono evitare di commentare a caldo le nuove disposizioni della Curia, manifestando invece la necessità di approfondirne il contenuto per poi prendere una posizione ufficiale.

Chi, invece, non teme di esporsi sulla delicata questione è Salvatore Orilia, da quasi trent’anni portatore di San Matteo, salernitano verace e devoto al santo patrono. «Voglio innanzitutto precisare – scandisce – che personalmente mi sento quasi offeso da queste novità perché la festa di San Matteo è ed è sempre stata una festa pulita, di devozione ed affetto verso il Patrono. Sentirci accomunati a realtà come quelle dell’hinterland napoletano, con i vari scandali che si sono visti, ci fa male. Mai sentito parlare di favori o peggio ancora di soldi ed offerte per diventare portatore. È una festa molto sentita e rispettata da tutti». Quanto alle prescrizioni volute per rendere più “sobrie” le processioni, Orilia aggiunge: «Ci dicano dove non è il caso di fermarsi e ci spieghino perché. Sono il primo a pensare che delle revisioni vanno fatte ma un saluto è un atto che rende felici i devoti e non fa male a nessuno. È una tradizione e nulla toglie alla sacralità del momento».

Tutti si dicono concordi sul fatto che la processione «non deve diventare passerella per nessuno», ma Orilia commenta: «Nemmeno può non essere festeggiata come la tradizione ci ha sempre visto fare: senza eccessi ma con un pizzico di calore in più».

Carmen Incisivo

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