la storia

Orientale, sfida sui terreni Il Comune ricorre in Appello

Il Comune impugna la sentenza del commissario liquidatore degli usi civici, Leonardo Pica, che aveva estromesso l’Ente dalla gestione dei terreni dell’Orientale consegnandone la totale proprietà all’I...

Il Comune impugna la sentenza del commissario liquidatore degli usi civici, Leonardo Pica, che aveva estromesso l’Ente dalla gestione dei terreni dell’Orientale consegnandone la totale proprietà all’Istituto Universitario di Napoli che potrà liberamente vendere i 400 ettari di suoli oggetto di una querelle giudiziaria durata oltre venti anni. Una sentenza inaccettabile per l’Amministrazione che aveva annunciato il ricorso. Una volontà ratificata dall’esecutivo di Cariello che giovedì scorso ha dato ufficialmente mandato all’avvocato Franco Massimo Lanocita di procedere al ricorso in appello.

La battaglia sui terreni dell’Orientale dunque continua. La querelle giudiziaria iniziò nel 1992 quando l’Amministrazione comunale in carica avviò un procedimento presso il Commissario per gli usi civici, per ottenere il trasferimento dei terreni dell’Istituto Orientale. Nel 2009, all’esito di un lungo confronto, il Consiglio comunale individuò i parametri entro i quali ragionare su una ipotesi di accordo transattivo, in base al quale il Comune avrebbe rinunciato alla rivendicazione di ogni eventuale diritto di uso civico e riconosciuto all’Università la proprietà dei fondi Parco San Pietro Primo, Petruccia e San Pietro. L’Istituto, invece, si sarebbe impegnato a riconoscere a titolo gratuito e quindi trasferendo il possesso al Comune, la piena proprietà, su oltre il 50% del fondo denominato “S. Cecilia” che si estende sul lato sinistro della strada provinciale P30, in direzione Eboli-Mare. L’Università, inoltre, per quanto riguarda la restante parte del fondo “S. Cecilia” avrebbe riconosciuto al Comune, sempre a titolo gratuito e in parti uguali, la proprietà comune ed indivisa con l’impegno di promuovere e a realizzare un progetto di interesse pubblico. Una transazione che si è impantanata su cavilli tecnici quali gli usi civici dei terreni. Fallita la mediazione, il 18 febbraio scorso è arrivata la sentenza che ha rigettato le richieste del Comune. L’Ente, però, non si è dato per vinto, affidando all’avocato Lanocita il ricorso ai giudici della Corte d’Appello di Roma.

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