Orfini: «È franato il Pd delle tessere» 

Da Scafati accuse a De Luca: «Avevo detto che finiva male» Ora appello affinché il partito eviti il regolamento di conti

SCAFATI. Matteo Orfini parte dalla bocciatura del “modello Salerno” per analizzare la sconfitta del Pd. Dopo la direzione nazionale sceglie proprio la terra di Vincenzo De Luca, il governatore della Campania, per analizzare una débâcle che ha fatto la fortuna di Lega e M5S. Il presidente dei dem, prima di prendere la parola nel circolo di via Battisti a Scafati, parla con la gente comune. Una chiacchierata con le associazioni nate per difendere il fiume Sarno, una visita lampo alla pista ciclabile finita nel degrado e poi l’incontro con militanti e curiosi.
La prima stoccata è proprio per l’ex sindaco di Salerno, protagonista lunedì in direzione nazionale, dove ha puntato il dito contro chi «governa con i tweet». «Il dato del Mezzogiorno può essere quello del Pd di domani se non affrontiamo veramente la crisi», ha esordito Orfini. «In direzione nazionale ho sentito il presidente della Regione Campania che risponde come risponde, poi i suoi oppositori che replicano con altrettanta ferocia. Voi lo sapete: io ho battagliato con De Luca e anche con quelli che ora lottano contro di lui. L’ho detto tante volte che finiva male se il Pd andava avanti così. Lunedì alzavano il ditino uno contro gli altri. Questo significa che non c’è consapevolezza di quello che è successo. Non va bene regolare i conti tra noi, altrimenti ci estinguiamo e spero che nessuno voglia farlo. Ci dobbiamo sedere con calma e discutere. Lo ripeto a tutti: è franato un modello, forse anche per fortuna. Si tratta di un modello che vedeva il Pd fondato su tessere e preferenze, che è stato sciolto dagli elettori. Diciamocela tutta: i circoli ci sono a volte solo perché sono filiere delle tessere. Dobbiamo rifondare la classe dirigente dei dem, senza traghettare il partito con accordi di governo o altri. Staremo all’opposizione. Questa è una stagione complicata. Se ci sono cose buone le valuteremo, ma il nostro percorso è un altro». Poi Orfini, accanto al segretario cittadino Michele Grimaldi, l’ex parlamentare Tino Iannuzzi e il responsabile scafatese dei Giovani democratici, Gaetano Savino, entra nel dato tecnico: «Questa è una sconfitta durissima – afferma – Penso che ci sia bisogno di discutere a lungo. Serve studiare, riflettere, capire, parlare e confrontarci con umiltà. Non si può difendere il proprio pezzo di storia personale, perché se ragioniamo così dopo la sconfitta un futuro potrebbe non esserci». Per Orfini, dunque, a partire dalla Campania, vanno messe in discussione anche le certezze. «Questo dato consegna un Paese diverso da come l’avremmo voluto. Il centrosinistra è al minimo storico, chi se ne è andato dal Pd ha rischiato di rimanere sotto la soglia di sbarramento. Dopo le europee siamo stati considerati il partito dell’establishment. Forse perché davvero, in alcuni passaggi decisivi come il confronto tra noi, lo siamo stati e giustamente abbiamo ricevuto questo risultato. Se c’è chi pensa che il reddito di cittadinanza sia di sinistra è colpa nostra e non del Movimento di Grillo. Tuttavia, questa è una Repubblica fondata sul lavoro, che porta ad avere la dignità. Qui la gente si sente abbandonata e noi non l’abbiamo capito».
A dargli man forte ci ha pensato Michele Grimaldi, che ha spostato il dibattito sul caso locale lanciando una stoccata alla consigliera regionale di Forza Italia, Monica Paolino, moglie dell’ex sindaco Pasquale Aliberti. «Partire da qui è una scelta nuova e spero che metta al centro chi prova a svolgere la propria funzione di antenna sociale», ha spiegato. «L’esperienza dell’ultimo Governo non è fallimentare, ma abbiamo rinunciato a fare un progetto politico che dia speranza. Il risultato di Scafati è deludente. Siamo nella media provinciale e regionale, ma le nostre aspettative erano altre. Mi prendo tutte la responsabilità di quello che è successo. Il Movimento 5 Stelle qui è cresciuto e ha intercettato tanti bisogni. Il dato di Forza Italia a Scafati alle ultime Politiche mi inquieta. Qui fuori dai seggi c’è stata Monica Paolino, consigliera regionale indagata dall’Antimafia, vista a dare la propaganda elettorale del proprio partito nonostante tutto quello che leggiamo e vediamo. Stiamo stanchi di essere vessati dalle forze criminali».
Domenico Gramazio
©RIPRODUZIONE RISERVATA.