IL CASO

Ordinanza del Comune di FuroreVietato esporre nani da giardino

C'è chi li detesta trovandoli kitsch, chi li colleziona, e chi sostiene abbiano un'anima, come il Movimento di liberazione, e li ruba per liberarli dagli spazi ristretti in cui l'uomo vuole imprigionarli: la realtà è che nessuno resta indifferente ai nani da giardino, e per questo la loro vita è tutt'altro che tranquilla.
Con alterne fortune sono presenti nelle aiuole di tutto il mondo dalla fine dell'ottocento, nella misura di oltre 25 milioni di esemplari, secondo stime non ufficiali. Una presenza che, in alcuni casi, disturba se il sindaco di Furore, un comune del Salernitano, si è dato la pena di emanare un'ordinanza per la rimozione dei nanetti che causerebbero ''l'alterazione dell'ambiente naturale''.
Pensare che, invece, c'è chi gli gnomi li vuole salvare dalla mano dell'uomo e li ruba dai giardini per poi liberarli nel loro ambiente naturale, i boschi. Il Fronte di liberazione dei nani, con molti 'rapimenti' al suo attivo, è nato in Francia ma ha adepti in molti altri Paesi, ed anche molti emuli, dal Movimento autonomo per la liberazione delle anime da giardino (Malag) all'Associazione internazionale per la difesa dei nanetti da giardino. Il blitz piu' clamoroso risale al 1999 quando il Fronte 'rapisce' oltre 143 nani fatti poi ritrovare in piazza a Sarrebourg. Nel 2002 si sussegue una spettacolare serie di azioni 'di liberazione' per una ''massiccia campagna di lotta contro gli schiavisti''. Fino al 2005 quando oltre cento statuette rubate vengono ritrovate nel parco pubblico di Bron, periferia di Lione, ''restituite alla libertà''. Poi, ancora, azioni sparse in Belgio, Italia, fino in Australia, dove nel 2003 oltre 60 nanetti vengono prelevati dalle case e sistemati su un promontorio con vista mare. Ma l'episodio più incredibile avviene nel 2000 a Firenze quando, in piena rassegna Pitti moda, una ditta veneta si dice pronta a pagare un riscatto per riavere i suoi 26 'preziosi e rari' nanetti 'rapiti' dalla mostra che la ditta aveva organizzato. Una lunga storia di complemento d'arredo alle spalle, le statuette in terracotta, alte non più di 70 centimetri, con barba bianca, berretto a punta rosso, grembiule e scarponi consumati, nascono nel cuore verde della Germania, a Grafenroda, un villaggio della Turingia, intorno al 1870. Saranno importanti in Inghilterra, secondo la pagina loro dedicata da Wikipedia, nel 1874 da Sir Charles Isham. Ad inventarli è la ditta Griebel, che ancora esiste ed ha realizzato anche un museo a loro dedicato. E sulla loro produzione si è combattuta anche una 'guerra' per il marchio, visto che per essere 'doc' le statuette, secondo i produttori tedeschi, devono rispettare certi criteri: primo tra tutti non essere in plastica, ma in gesso o terracotta, e dipinte a mano. Le più moderne, ma anche le meno pregiate, hanno le fattezze dei sette nani di Biancaneve.
Nel '94 Germania e Polonia proprio sui nani arrivano ai ferri corti. I tedeschi, infatti, considerano gli gnomi da giardino un patrimonio culturale nazionale e giudicano quelli polacchi volgari contraffazioni. Per questo, per mesi i doganieri alla frontiera sequestrano le statuine polacche troppo simili a Brontolo, Cucciolo e Dotto, per un totale di 30mila tonnellate di statuette 'no doc'. Quello stesso anno la Germania ne produce 2 milioni di esemplari per un valore di circa 400 milioni di marchi. E quattro anni dopo Fritz Friendman, che si definisce professore di 'nanologia', fonda l''Associazione internazionale per la difesa dei nani da giardino', visti i rischi di falsificazione e abusi.
E' del '98 il primo congresso internazionale sul tema, e non può che svolgersi a Parigi, patria d'adozione dei nanetti. Vi partecipano esperti internazionali che dibattono sul 'nano da giardino come rivelatore sociale'. E, sul tema, non mancano le trasposizioni cinematografiche: la più recente è ''il favoloso mondo di Amelie'', in cui il padre della protagonista inizia a ricevere polaroid da tutto il mondo che raffigurano il suo nano da giardino, scomparso misteriosamente.