«Ora si risolva il problema Medicina»

L’appello lanciato al presidente Caldoro dal rettore uscente Pasquino che ieri ha ceduto l’ermellino a Tommasetti

Tra le lacrime di commozione provocate nel vedere tutta l’aula “Buonocore”, la più elegante di quell’università che ha diretto per 12 anni, in piedi in suo onore, ad applaudire al suo lungo operato, si è voluto liberare di quel sassolino che non poco fastidio ha dato agli ultimi anni della sua attività da rettore dell’Università degli Studi di Salerno: la piena integrazione tra la facoltà di Medicina e l’Azienda ospedaliera universitaria “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona”: «Ormai siamo alla fine», ha affermato il “magnifico” Raimondo Pasquino, ed è come se si liberasse da un macigno. Per poi aggiungere, lanciando un messaggio a un interlocutore ben preciso: - «A chi stava attendendo la fine del mio mandato posso finalmente dire che è finito, ora è il momento che ci si renda conto che il polo di Salerno della medicina ha dimostrato, nella valutazione della ricerca, che i professori che abbiamo portato sono tra i migliori d’Italia e che gli studenti quando si sono confrontati nella formazione che gli hanno dato questi professori sono al di sopra della media nazionale». Touchè. Per il governatore Caldoro (sulla questione della nomina del direttore generale del “Ruggi” - ndr) a cui Pasquino si è palesemente rivolto anche se senza mai nominarlo. «Più di questo noi non potevamo fare - ha aggiunto - poi ci misuriamo con tutte le difficoltà dell’organizzazione dell’Azienda ospedaliera universitaria ma non credo che ci possano preoccupare più di tanto e speriamo che vengano superate al più presto e in senso positivo».

Alla tradizionale cerimonia del passaggio della toga di ermellino - che dalle spalle di Pasquino, che l’ha definita «l’emblema del primo cittadino della comunità universitaria», è stata accolta da quelle di Aurelio Tommasetti, il nuovo rettore eletto - hanno partecipato in tantissimi. Anche il vescovo di Salerno, monsignor Luigi Moretti in platea tra professori, assegnisti, dottorati e studenti. A quella che è stata per 12 anni la sua seconda famiglia, il rettore uscente ha augurato di «continuare a lavorare insieme partendo dai risultati acquisiti finora».

Poi, dopo gli interventi dei rappresentanti del Coni, al campus di Fisciano per annunciare le importanti novità che riguarderanno il futuro sportivo dell’Ateneo, a salire sul podio è stato in nuovo rettore eletto lo scorso 15 luglio, il 47enne finora ordinario di Economia aziendale il cui insediamento è previsto il 1 novembre. «L’impegno che ci aspetta è notevole - ha affermato, una volta salito sul podio - perchè le sfide sono tante. Ci sono delle difficoltà di sistema perchè i tagli che si stanno abbattendo sul sistema universitario colpiscono in maniera orizzontale tutti gli atenei, anche quelli come il nostro che hanno avuto in questi anni un atteggiamento virtuoso sia nei conti che nelle attività. Le difficoltà non devono essere un alibi, però - ha aggiunto - perchè abbiamo il dovere di crescere, soprattutto nella ricerca. Oggi i dati ci dicono che il nostro ateneo è quello con il miglior posizionamento nel Mezzogiorno, ora la ribalta deve esserci a livello nazionale ed europeo». Poi, dopo aver solo sfiorato argomenti che saranno di sicuro i capisaldi del suo operato futuro - quali la mobilità, le residenze universitarie, le infrastrutture del campus - il neo rettore chiama sul palco il suo predecessore e in un abbraccio fraterno il passaggio del testimone, infine, si compie.

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