«Ora abolite l’ultima rata Tares»

Petizione degli imprenditori di Cava Sviluppo: «Impensabile il ribasso stabilito dal Comune»

Ora la protesta investe anche Cava de’ Tirreni. Ad alzare la voce, nella circostanza, sono gli imprenditori cittadini che fanno parte dell’associazione “Cava Sviluppo”. È toccato a loro, infatti, ieri mattina protocollare una petizione con ben 400 firme attraverso la quale si manifesta tutto il malcontento per il “caro Tares”. La nuova tassa sui rifiuti, peraltro, è stata rincarata proprio di recente, nel corso di uno degli ultimi consigli comunale.

In particolare, nel documento consegnato a Palazzo di città, i firmatari hanno puntato il dito contro l’applicazione, da parte dell’ente comunale, di indici di valutazione molto alti e più elevati rispetto a quelli adottati da tanti altri comuni italiani. «È impensabile - ha spiegato il presidente di “Cava Sviluppo”, Maurizio D’Antonio - che il Comune di Cava applichi un ribasso della Tares pari solo al 40 per cento, mentre città come Verona, Monza, Treviso, Asti e molte altre, per venire incontro alle esigenze di tanti imprenditori, adottano una diminuzione dell’80%». Di qui la protesta e la richiesta. «Chiediamo al sindaco Marco Galdi l’abolizione del pagamento dell’ultima rata della Tares – ha aggiunto D’Antonio – che è diventata vessatoria per le aziende, già oppresse dall’attuale congiuntura economica e quindi sempre meno competitive non solo sul mercato italiano, ma anche su quello europeo ed internazionale». A tasse come la Tares, inoltre, il responsabile di “Cava Sviluppo” attribuisce la responsabilità della scelta fatta da sempre più imprenditori di «rivolgersi alla manodopera estera perché l’Italia, e Cava nello specifico, non risulta essere più un contesto interessante ed appetibile dal punto di vista imprenditoriale».

A dare man forte a D’Antonio è Giovanni Lamberti, altro socio di “Cava Sviluppo”, che ha affermto: «Speriamo che il sindaco e l’intero apparato amministrativo possano accogliere il nostro appello perché è in gioco tutta l’economia cavese. Oggi siamo in rappresentanza di oltre quattrocento aziende che operano sul territorio ed un eventuale riscontro negativo potrebbe avere serie conseguenze anche e soprattutto sull’aspetto occupazionale».

Non a caso la petizione protocollata ieri, a quanto pare, è stata solo il primo passo di “Cava Sviluppo”. Nel caso in cui non venga accolta la richiesta di abolire il pagamento dell’ultima rata della Tares, previsto per il mese in corso, i componenti dell’associazione hanno già fatto sapere di essere pronti a organizzare e mettere in atto delle clamorose azioni di protesta. “Se questo nostro appello dovesse finire nel dimenticatoio – hanno infatti concluso gli imprenditori associati – il 15 gennaio prossimo tutte le 400 le aziende che hanno aderito alla raccolta di firme saranno pronte a scendere in piazza e ad occupare il palazzo comunale».

Alfonsina Caputano

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